Errata corrige de
Discorso di risveglio alla fede

-A p. 24, terza-quarta del sec. capoverso:
{indispensabile, secondo il Mahayana, all’ingresso} diventa:
{indispensabile per l’ingresso}

-A p. 25, prima riga della n. 7, {saņdhābhşā} diventa:
{saṃdhābhāṣya}

-A p. 45, n. 39, al posto di {http://en.wikipedia.org/wiki/Yang_Wenhui (ultimo accesso luglio 2015)} mettere: {cfr. Transforming Consciousness. Yogācāra Thought in Modern China, a cura di John Makeham, Oxford University Press, New York 2014, 288, 291.}

-A p. 49, n. 58, fine nona riga: aggiungere trattino dell’a capo a {Daśabhū}

-A p. 60, prima riga: dopo i due punti togliere la maiuscola a {Quali}

-P. 67, n. 69, seconda riga, al posto di {traduzione} mettere: {corrispettivo}

-P. 68, n. 71, terza riga: [quali il Śrīmālādevīsiṃhanādasūtra e il Mahāyāna Mahāparinirvāṇasūtra] diventa: [quali il Śrīmālādevīsiṃhanādasūtra, il Laṅkāvatārasūtra e il Mahāyāna Mahāparinirvāṇasūtra]

-P. 70, penultima del testo: {l’universo aspetto totale} diventa:
{l’universo aspetto totale [di ogni cosa]}

-P. 70, penultima e ultima del testo: {l’essenza della porta d’ingresso al dharma} diventa:
{la base d’accesso a [l’apparire di tutte] le cose}

-P. 70, l’intera n. 84 diventa: [Unico mondo delle cose traduce 一法界, yī făjiè; sebbene 法界 sia anche la traduzione c. del s. dharmadhātu, letteralmente “regno/mondo del/dei dharma”, con il quale si indica l’aspetto assoluto della realtà, qui indica contemporaneamente la totalità dell’universo fenomenico, potremmo dire l’intero saṃsāra, così come ciascuno di noi lo può vedere, esperire: una serie di immagini mentali proiettate dai sensi, dalla memoria, dall’immaginazione ecc. Muller, nel DDB (ultimo ingresso aprile 2015), sottolinea che nel Discorso 法界/dharmadhātu “è identificato con l’unica mente”.]

-P. 70, n. 85, prima riga: {Universale aspetto totale} diventa:
{Universo aspetto totale [di ogni cosa]}

-P. 70, n. 86, {Essenza traduce} diventa: {Base in questo caso traduce}

-P. 70, n. 87, sostituire l’intera nota con:
{La base d’accesso a [l’apparire di tutte] le cose traduce 法門體, făméntĭ. 法門, fămén, è la comune traduzione c. del s. dharmaparyāya: “La dottrina, o saggezza del Buddha, intesa come porta all’illuminazione”, cfr. DCBT Soothill, Lewis Hodous, 273b. Tuttavia per intendere 法門 in questo modo occorrerebbe scorporarlo da 體 che lo segue. Infatti Tao Jin (cfr. Jin I, 2014, 259) traduce assieme i tre segni 法門體 con “essenza che da origine a (tutti) i dharma”. }
aggiungere alla fine della nota:
{Dōgen (cfr. infra n. 88), modifica il testo e traduce 法門 separatamente da 體.}

-P. 71, n. 89, quarta riga, [Paramārtha] diventa: [Paramārtha]

-P. 71, n. 93, aggiungere dopo il punto: [Si parla delle “cose” in quanto costruzioni mentali, le uniche delle quali possiamo avere contezza.]

-P. 72, prima riga, eliminare: {[dell’ambiente circostante]}

-P. 72, n. 96, seconda e terza riga, [realtà, così come è] diventa: [realtà-così-come-è]

-P. 72, n. 96, dalla quinta alla settima riga, eliminare: [真如 indica “tutte le cose” secondo il mistero che siamo (e che perciò abbiamo il privilegio di conoscere “dal di dentro”): un incomprensibile prodigio in comune tra “me” e l’universo.]

-P. 72, n. 96, terzultima riga, [ma l’universo stesso] diventa: [ma la realtà dell’universo per ciascuno di noi, ovvero “tutte le cose/dharma” nel loro comparire e scomparire nella mente.]

-P. 73, n. 104, all’inizio della nota aggiungere: [Tutte le cose, nella realtà della vita quotidiana, è lo scenario che compare e scompare nella mente ed è “il reale” sia perché è tutto il nostro mondo esperibile sia perché nella sua vuotezza è il continuo fluire senza forma.]

-P. 74, ultimo capoverso, prima riga: [come la realtà] diventa: [come realtà]

-P. 74, ultimo capoverso, seconda e terza riga: [come la realtà] diventa: [come realtà]

-P. 74, n. 1, all’inizio della nota aggiungere: [Le “cose” di cui parliamo, pensiamo, sono immagini mentali formatisi in seguito a contatti sensoriali, ricordi, immaginazioni ecc. Sono in quanto immagini, non sono in quanto cose. La capacità di produrre questi pensieri non implica la presenza di un soggetto fisso, un ātman: l’essere in questo mondo non ha continuità, è un processo mutevole con un inizio e una fine.]

-P. 74, n. 3, all’inizio della nota aggiungere: [L’aspetto assoluto è uguale al vuoto. Nel suo manifestarsi senza aggiunte mostra le migliori qualità.]

-P. 75, n. 7, sostituire la nota 7 con: [Le “cose” che appaiono nella mente sono “fatte di mente”, il loro corpo è mente; in questo senso è non vuota. Corpo essenziale delle cose traduce 法體, fǎtǐ, interpretando 法 come corrispettivo de “i dharma” (per 體 cfr. supra, cap. II, n. 58).]
spostare la nota 7 di cinque parole più avanti, ovvero da [delle cose7 ] a [detta non vuota7].

-P. 78, secondo capov. Prima riga, [come ricettacolo] diventa: [come base] .

-P. 79, n. 24, seconda e terza riga, eliminare: {In questo caso corpo di dharma indica che l’interiorizzazione della via è tale che l’essere e l’agire ne sono l’espressione.}

-P. 80, n. 29, seconda riga, [vol. IIII] diventa: [vol. III]

-P. 84, n. 63, dalla seconda riga, [traduce il s. vāsanā: «L’impressione di ogni cosa che sia rimasta inconsciamente nella mente», «la presente coscienza delle passate percezioni»,] diventa: [traduce il s. vāsana: «l’atto di profumare o fumigare, infondere, impregnare» e il s. vāsanā: «la presente coscienza delle passate percezioni»]

-P. 84, n. 63, terzultima riga, [(cfr. DCBT Soothill, Lewis Hodous, 425a-b)] diventa: [(cfr. DCBT Soothill, Lewis Hodous, 467a)] cambia il numero di pagina del testo citato.

-P. 90, n. 1, la frase [realizzare l’identità con essa] diventa: [realizzare l’identità con essa, ovvero vivere senza aggiunte da parte nostra].

-P. 91, n. 11, penultima riga, [non compare quel costrutto detto] diventa: [non compare quel costrutto personale detto].

-P. 96, n. 46, ultime tre righe, eliminare: {, § □ Caso primo: l’aspetto del risveglio (dare inizio al risveglio. Il risveglio originale. Caratteristiche dell’essenza del risveglio)}

-P. 97, n.53, {con un termine moderno potremmo dire} diventa:
{in termini moderni potremmo parlare di}

-P. 98, prima riga del secondo capoverso, dopo {Perciò il triplo mondo57} aggiungere: {[da noi percepito]}

-P. 98, spostare la nota 62 tre righe più in basso, da {non vede62} a {oggetti del mondo62}

-P. 98, riscrivere interamente la n. 62 in modo che sia: {Oggetti del mondo non si riferisce al cosiddetto “mondo esterno” ma al mentale: quello che compare grazie all’elaborato mentale dei contatti sensoriali.} Il resto va eliminato.

-P. 100, terzultima, {si realizza l’unico reame} diventa: {si realizza l’indiviso reame}

-P. 100, n. 72, all’inizio, {Unico reame del dharma traduce letteralmente 一} diventa: {Indiviso reame del dharma traduce 一}

-P. 101, prosieguo di n. 74, penultima, {“all’unico reame del dharma”} diventa: {“all’indiviso reame del dharma”}

-P. 103, quarta-quinta, {l’unico reame del dharma} diventa: {l’indiviso reame del dharma}

-P. 105, terza del sec. Capoverso, {il mondo degli oggetti}{il mondo [di quegli] oggetti}

-P. 111, n. 35, terza e quarta, {e che rappresenta uno dei tentativi cinesi di tradurre il s.} diventa: {usato in cinese come sinonimo del s.}

P. 111, n. 35, sesta, dopo {la via di Buddha} inserire: {, cfr. supra, 77 n. 15.}

-P. 113, n. 44, ultime due righe, eliminare: {, cedendo quindi alla tentazione di personificare il soggetto, attribuendogli una volontà}

-P. 115, prima riga, {sorgono in [forme] differenti} diventa:
{sorgono [in forme] differenti}

-P. 115, n. 56, alla fine, {nn. 3, 4.} diventa: {n. 32.}

-P. 119, settima riga del testo dopo il titolo, {…che nella propria essenza ci sia…} diventa:
{…che proprio nella sua essenza ci sia…}

-P. 121, la n. 92 va interamente sostituita da {Tutti i dharma ovvero, come premesso, le manifestazioni del sorgere e cessare.}

-P. 126, n. 19 quarta, {tra gli uomini, i demoni,} diventa: {tra gli uomini, gli animali, i demoni,}

-P. 128 s. ultima della n. 37, {Tuttavia l’insieme dell’esistenza, lo scenario all’interno del quale la mente di ogni giorno produce le sue immagini, è qualche cosa di impensabile, non è secondo le congetture. Contemporaneamente, ciò che è davvero mente, nel senso di realtà ultima, non è pensiero.} diventa:
{Tuttavia, ciò che è davvero mente e che da vita a quello scenario (ovvero: all’interno della quale quello scenario si manifesta) non è pensiero.}

-P. 130, n. 46, quinta, {Laṇkāvatārasūtra} diventa: {Laṅkāvatārasūtra} (ṅ invece di ṇ)

-P. 131, n. 50, terza, {Laṇkāvatārasūtra} diventa: {Laṅkāvatārasūtra} (ṅ invece di ṇ)

-P. 131, n. 52, terza riga, [DCBT Soothill (cfr. 105a)] diventa: [DCBT Soothill Lewis Hodous (cfr. 105a)]

P. 132, riga 11 e 12, {…di forma e mente..} diventa:
{…di forma materiale e mente..}

P. 132, seconda dell’ultimo capoverso, {[le persone comuni]} diventa: {[le persone comuni]} (togliere il corsivo alla parentesi quadra)

-P. 132, n. 57, {Laṇkāvatārasūtra} diventa: {Laṅkāvatārasūtra} (ṅ invece di ṇ)

-P. 132, n. 59, {Laṇkāvatārasūtra} diventa: {Laṅkāvatārasūtra} (ṅ invece di ṇ)

-P. 134, n. 71, terza riga, {“increata”} diventa: {“l’essenza dei cinque skandha è increata”}

-P. 134, n. 71, quarta riga, {descrivere la situazione} diventa:
{descrivere l’inesplicabile situazione}

P. 138, prima riga, {[della vita nel ciclo di] nascita e morte} diventa:
{[della vita nel ciclo] di nascita e morte}

-P. 141, n. 28, {Adeguarsi fedelmente} diventa: {Ci si adegua fedelmente}

-P. 149, la nota 81 viene interamente sostituita da: {81 Prima (senza) che la mente raziocinante e la nostra “parte” emotiva elaborino il portato dei sensi, tutto è riflesso nella/dalla mente senza soggetto né oggetto, senza bene né male, nell’unità.}

-P. 150, nota 83, prima riga, {Coltivare} diventa: {Coltivazione}.

-P. 157, quinta riga, eliminare: {[i pensieri]}

-P. 157, penultima riga, eliminare: {[che così immagina]}

-P. 158, prima, {[tutto]} diventa: {[tutto ciò che appare]}

-P 158, n. 39, sesta, eliminare la frase:
{Anche per questo il Discorso è sempre stato molto stimato all’interno di questa scuola.}

-P 158, n. 39, alla fine della nota eliminare la frase:
{Un altro esempio di quello che nel cap. I abbiamo definito “capitale simbolico” del Discorso.}

-P 158, n. 39, aggiungere, alla fine della nota:
{. [Tutto ciò che appare] è solamente mente traduce 唯心, wéixīn, termine dal quale sono sorte accuse di idealismo nei confronti del discorso. Tuttavia la situazione descritta è quella della pratica della cessazione in cui ciò che sorge non è che mente, costruzioni mentali. Non è la negazione di un mondo “esterno”.}

-P 166, n. 79, {“illuminazione} diventa: {“illuminazione”}

-P. 174, tra il testo di Fazang e quello di William H. Grosnick inserire:
Peter N. Gregory, The problem of theodicy in the awakening of faith, “Religious studies”, Cambridge University Press, vol. 22, n.1 (1986), 63-78.
ed anche:
Peter N. Gregory, Tsung-mi and the sinification of Buddhism, Princeton University Press, Princeton 1991, paperback edition published by University of Hawai’i Press, Honolulu 2002.

-P. 175, prima dei testi di W. Lai, inserire:
Thomas A. Kochumuttom, A Buddhist Doctrine of Experience. A New Translation and Interpretation of the Works of Vasubandhu the Yogācārin, Motilal Banarsidass, Delhi 2008IV.

-P. 175, tra il testo di Walter Liebenthal e quello di Mauricio inserire:
Transforming Consciousness. Yogācāra Thought in Modern China, a cura di John Makeham, Oxford University Press, New York, 2014.

-P. 176, dopo il testo di Uchiyama, prima dei dizionari, inserire:
Alex Wayman, Yogācāra Idealism, “Philosophy East and West”, University of Hawaii Press, vol. 15, n.1 (Jan., 1965), 65-73.

Archivi