Luglio 2020


Cari tutti,
Mentre il tempo fila i suoi giorni, indifferente ai lockdown ed alle mascherine, il gruppo della Stella non è rimasto con le mani in mano. Grazie al lavoro svolto negli anni scorsi e a un’elaborazione collettiva, coordinata da Maurizio e durata mesi, abbiamo pubblicato un ‘nuovo’ testo. Dico ‘nuovo’, con le virgolette, perché è composto da scritti che, in forma meno curata, erano già comparsi su questo sito. Si tratta di 8 articoli, 5 antichi e 3 moderni: uno di Dogen, tre di Uchiyama (in nuova traduzione), uno di Yokoyama Sodo ed infine tre composti da me negli ultimi anni. Tutti dedicati alla pratica dello zazen. Qui trovate l’indice dell’opera.

L’obiettivo è fornire a chi si avvicina per la prima volta a questa pratica e a chi, invece, è già su questo cammino, una traccia, il più possibile sicura, su come fare per sedersi senza errori di metodo e per indirizzare la propria vita in sintonia con quel sedersi. Sino ad ora non esisteva in italiano un testo siffatto.
Ne abbiamo fatto stampare alcune copie e, di queste, ne mettiamo cento a disposizione dei lettori di questo blog. Il libro non è in commercio ma, ovviamente, abbiamo sostenuto delle spese e con il vostro aiuto, se possibile, vorremmo recuperare quanto speso per potere, in futuro, fornire lo stesso servizio.
Se desiderate riceverlo, gratuitamente o a fronte di una piccola donazione, scrivete a servizio@lastelladelmattino.org chiedendo istruzioni.

Anche questa volta ci sarà un premio particolare al primo che troverà un refuso: una copia del libro senza quel refuso.

Nella primavera-estate del 2019, sul sito del monastero giapponese Antaiji, è comparsa un’intervista, molto articolata, rilasciata dall’ex abate Muhō Noelke, nella quale Muhō ripercorre, a modo suo, tutta la storia del monastero. In modo del tutto inaspettato, in questo scritto, Muhō parla di tutte le persone che hanno avuto un ruolo significativo nella vita quasi secolare di quel luogo, anche di quelle che non ha conosciuto direttamente o che ha frequentato solo saltuariamente.

Non mi trovo d’accordo con la ricostruzione storica di Muhō, né nei contenuti né in quelle che paiono essere le sue intenzioni. Ritengo che in questo testo vi siano affermazioni che fanno apparire persone e fatti diversi dalla realtà che fu, altre non veritiere, altre ancora errate e, nel complesso, potenzialmente dannose per molte persone, Muhō per primo.
Per questo ho scritto una serie di considerazioni, che trovate qui in fondo assieme alla traduzione in inglese e a quella in francese, rivolte a tutti ma soprattutto alle persone che seguono la via dello zen.

Sia l’intervista a Muhō, sia le mie considerazioni sembrano riguardare fatti e persone lontane, vicende che non toccano la nostra vita. Io penso che non sia così, per questo ho voluto dare alle mie parole l’apertura più ampia possibile, toccando argomenti, anche delicati, di cui, di solito, non c’è occasione di parlare. È molto difficile imparare a fare davvero zazen e, senza una guida, è quasi impossibile. Invece è del tutto impossibile, senza una guida, dar vita a quel sogno che chiamiamo zen, accogliendovi altri. Questi sono alcuni degli argomenti che vengono accennati nelle considerazioni. L’intervista tocca -male, a mio parere- questi ambiti, ed è, quindi, un buon canovaccio. Porsi di propria iniziativa a parlare di queste cose, così, senza un motivo, sarebbe del tutto insensato. Da questo punto di vista, dovremmo ringraziare Muhō per l’occasione. Ambedue i testi sono abbastanza lunghi (11 cartelle il mio, 27 quello di Muhō), per cui occorre tempo e pazienza per affrontarli.

La foto che vedete in questa pagina, scattata nel novembre del 1980, si riferisce all’hōssenshiki (una sorta di seconda ordinazione, in cui si ‘dimostra’ di saper padroneggiare il dharma) di Shinyū. Non vi compaiono quattro dei monaci residenti più anziani, parte attiva della comunità di quegli anni: due erano in cucina, uno nel sōdō (monastero di formazione clericale) ed uno … scattava la foto.

Un Bz marittimo, per quelli di voi che si ‘portano’ lo zazen al mare ed uno classico, per coloro i quali, imperterriti, continuano anche d’estate, in città, la trafila espressa dal vecchio mantra: lo zazen del mattino ha l’oro in bocca. Nel secondo quadro, l’Artista si muove libero, lasciando che la realtà si muova e si modifichi, senza un perché. Anche se, per non deluderci, un perché ci viene offerto.

Nel frattempo, operosi come formiche, stiamo preparando alcune novità, due delle quali saranno, a breve, illustrate sul blog.

Buona estate a tutti

PS: i disegni sono cliccabili, per vederli in alta definizione e, volendo, scaricarli 😎

PPS: mi raccomando, commenti brevi, privi di attacchi personali e rigorosamente a tema.
Quasi come sempre, insomma.