Generali


L’ho conosciuto nel 2015 e ho proseguito nella frequentazione di ritiri e seminari nel corso degli anni.

Quando ci si sente in cerca e non si sa bene di cosa, un viso gentile, uno sguardo attento, una parola che mostra empatia, danno coraggio e fiducia, leniscono. Caratteristiche per cui la sua figura è stata apprezzata e molto amata e che ben distinguevano i passi di psicoanalista junghiano. Nei suoi discorsi trasparivano – tranquilla – passione e chiarezza, doti rare, attraverso le quali un insegnante riesce a veicolare un messaggio.

Apprese in America, dal San Francisco Zen Center, dall’Insight Meditation Society e in numerosi altri luoghi, ciò che per tutta la vita continuò a studiare e diffondere. Dal 1987 la realtà di A.Me.Co, associazione fondata da lui e dalla compagna Neva Papachristou, è cresciuta enormemente, l’impegno di Corrado per la diffusione del buddismo in Italia ha contribuito senza dubbio all’attuale interesse ad esso rivolto, al di là di sentieri pop che tale interesse può aver suscitato, al loro operato va l’indubbio merito di aver compiuto un atto di cura.

Corrado camminava con passo leggero, sia col corpo che con la mente. La sua gioia per la gioia dell’altro, il suo dolore per il dolore dell’altro erano quanto di più autentico io abbia incontrato.

Credo che il suo passaggio abbia cambiato qualcosa in tante vite, non so quante di esse abbiano intrapreso un cammino religioso, e forse non era questo il suo obiettivo. Fare il bene, non fare il male, nel modo che lui ha trovato, lo ha fatto. Se alcuni di noi si dirigono a bussare a certe porte è anche per merito di chi “semplicemente” si mette a disposizione. Ci si ferma o si va, il bene rimane. Grazie.

El

Cari voi,
Dal suo eremo tra i monti, Fago ci ha mandato una scena della vita di BuddaZot, con gli auguri per il nuovo anno da parte della Stella. La vita di Bz si svolge nel cosiddetto “mondo zen” dove il tempo e lo spazio, gli oggetti e i soggetti mutano senza sosta né fatica. Anche l’avvento del nuovo anno, quindi, è una parte di quel mutare: niente di speciale, nell’eccezionalità di ogni istante che scorre via nel silenzio. Una sola concessione terrena: l’uso di un dialetto che in qualche modo “veste” il protagonista.
Purtroppo sono auguri un poco mesti quelli di quest’anno, ma con una rinnovata certezza: molti sono i motivi per considerare fortunato chi guida la sua vita secondo l’insegnamento del Buddha. Tra gli altri: nei secoli, i racconti, i “fatti” che troviamo nei testi non sono stati narrati per essere creduti come realmente accaduti, ma “solo” per trasmettere significato religioso. Normalmente si evita così il pericolo di cadere nella convinzione che ciò che è scritto vada inteso alla lettera e perciò, per es., se è scritto che una terra è promessa da un dio a un certo popolo, quel popolo si senta autorizzato, per diritto divino, a far strame di chi in quella terra già vive. Certo la storia dei buddismi, o dei buddisti, mostra che vi sono altri pericoli, ma almeno questo (a parte inevitabili casi marginali) ci è evitato.
Buon tutto, da parte della Stella

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Honda Tekifu roshi, l’ultimo tra i discepoli ancora in vita di Sawaki roshi, ha lasciato questo mondo l’undici di gennaio. Negli ultimi anni ’50 del secolo scorso praticò a Daijoji, nella prefettura di Kanazawa, dove Sawaki roshi era responsabile della pratica. Nel 1960, su consiglio di Sawaki, si trasferì ad Antaiji, il monastero di cui Sawaki era priore ma che era di fatto gestito da Kosho Uchiyama roshi. Vi rimase sino alla morte di Sawaki, nel 1965, anno in cui si trasferì in Kyushu, presso Fukuoka, nel sud del Giappone. Alla fine degli anni ’70 divenne uno dei responsabili del semmon sodo (monastero per la formazione dei monaci o preti zen) chiamato Myokoji. Nel 1983-84, assieme a Thomas Daizu Wright, trascorsi un anno a Myokoji: in quel tempo Honda roshi era il responsabile della pratica nel monastero. La sua presenza, di una delicatezza e gentilezza più unica che rara, soprattutto tra chi si trova in posizione di responsabilità in un luogo come quello, smussò le asprezze e le difficoltà della nostra permanenza. Sia Tom che io lo ricordiamo con grande affetto.

Ora che il Natale ha svolto la sua funzione di disturbo, distogliendoci per un poco dagli affari correnti, ecco finalmente la festa vera dove lo sballo, l’eccesso, il troppo non sono mai abbasta. Bz ci riporta con i piedi a terra: i voli più arditi della coscienza, gli eccessi più trasgressivi non ci avvicinano e non ci allontanano di un passo da come porci per averne cura.

Buon Anno!

Grazie a Fago per lo splendido lavoro

Come ricorderete questa primavera la Stella partecipò alla raccolta fondi per la costruzione della nuova neonatologia dell’ospedale di Angal, in Uganda, attraverso la pubblicazione del libro a fumetti “Buddazot – 15 anni“. Le donazioni raccolte in quell’occasione, al netto delle spese, sono state trasferite all’associazione Amici di Angal.

La costruzione della neonatologia è ormai terminata ed ora resta soltanto da allestirla con i letti e gli strumenti medici e diagnostici che sono oggetto di un bando per il quale attendiamo fiduciosi la concessione di un finanziamento.

Nelle immagini le varie fasi della costruzione. Speriamo di potervi mostrare entro l’anno anche le immagini dell’inaugurazione.

Tempo addietro vi annunciammo l’iniziativa della Stella con la pubblicazione di Buddazot 15anni finalizzata al finanziamento di un reparto di neonatologia all’ospedale St. Luke, in Uganda. Ora siamo lieti di informarvi che i lavori sono a buon punto, come potete vedere qui sopra. Grazie a tutti voi per aver partecipato al progetto.

Per saperne di più e vedere altre immagini potete cliccare qui.

Vi sono ancora copie disponibili di Buddazot 15anni. Per riceverle potete scrivere a info@amicidiangal.org oppure a servizio@lastelladelmattino.org

Dopo un lavoro corale durato 5 anni, siamo lieti di proporvi il nuovo libro curato dalla Stella.
Edito da Mimesis, 400 pagine in formato 14×21, contiene la traduzione di quattro opere del quarto secolo, tre di Vasubandhu ed una di Asanga commentata da Vasubandhu. L’approccio alla traduzione, nonché le note allegate, costituiscono un nuovo punto di vista su questi due autori, la cui profondità e concisione ha portato, per 1600 anni, ad una quasi unanime errata interpretazione

Può essere definito un testo terminale: è un viaggio al termine delle parole. Nessuno ha mai spiegato meglio il senso dell’esistenza del buddismo e perché la pratica che esso propone sia radicalmente efficace nel dissolvere duḥkha, il mal di vivere. Ringraziando il Cielo, e Vasubandhu, per aver potuto lavorare ad un testo così interessante, ve lo proponiamo con un’avvertenza: Vasubandhu si esprime partendo dall’esterno del pensiero. Interpretarlo sulla base delle nostre idee preconcette, o di quelle che ci sorgono leggendo, porta altrove. Come dimostrano 15 secoli di fraintendimenti.

Se desiderate ricevere una copia gratuitamente, o a fronte di una donazione, scrivete a: servizio@lastelladelmattino.org

Come le altre volte, se riusciremo a recuperare quanto speso, lo utilizzeremo per la prossima pubblicazione.

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