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Questa tesi nasce da un praticante di zazen che incontra in modo più approfondito
la filosofia.
Il lavoro, che non ha nessuna pretesa conclusiva sugli argomenti trattati, tenta
di accostare due autori distanti nel tempo e nello spazio alla luce di un
pensiero in cui possiamo riconoscere come “elemento comune” la fondamentale
inafferrabilità dell’esperienza nella sua complessità.
Questa in-spiegabilità del tutto che si manifesta, si rivela oggi filosoficamente
nel riconoscere la distinzione (non identificabilità) tra ontologia ed epistemologia.
Questo sfondo è il punto di partenza e l’apertura verso cui ho indirizzato questo
“dialogo”, che è anche il dialogo a cui, nello zazen, è aperta la mia vita.

D.C.

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