La tesi riguarda il fenomeno del sincretismo religioso e si focalizza sul Giappone in quanto palese contenitore attuale di una forma particolare di tale fenomeno, una forma così secolarizzata e asciugata di ogni valore universale da non meritare -se non come prassi descrittiva- l’uso dell’aggettivo religioso.
Quello che negli ambienti accademici è definito Giapponesimo, o Nihonshugi nella sua versione giapponese,
attualmente prende il nome di Shintō, o più compiutamente Kokka Shintō ossia Shintō di stato. Da non confondere con il cosiddetto Shintō popolare, formato da una congerie
di credenze sciamaniche e feste religiose legate a ricorrenze stagionali.
Nominalmente abolito alla fine della seconda guerra mondiale
per ordine degli occupanti americani, il Kokka Shintō è attualmente ben vivo anche grazie all’attuale premier Shinzō Abe che, anche per tradizione famigliare, è un fervente sostenitore di questa forma di nazionalismo religioso, che non si può non definire estremista e razzista. Un tipo di nazionalismo noto da tempo in Occidente visto che due intenditori della materia quali Adolf Hitler e Rudolf Hesse ne furono estimatori ed in qualche misura imitatori. Gli studi a proposito di questo fenomeno scarseggiano, anche per l’esistenza, da parte giapponese, di una sorta di occultamento generalizzato dei meccanismi attraverso cui il fenomeno è stato attivato e sviluppato nei secoli.
La tesi tenta di ripercorrere parte di quella storia evidenziandone i passaggi principali. Non è un’opera conclusiva, è un tassello di una storia che, almeno in italiano, deve ancora in gran parte essere scritta.

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