Questo sito è stato costruito con un sistema redazionale chiamato [WordPress](http://www.wordpress.org), un ottimo e molto diffuso software per la gestione di contenuti.

Un sito dev’essere non solo una fonte di informazioni ma soprattutto un punto di incontro di persone diverse che condividono un interesse e che usano questo mezzo per restare in contatto, per scambiarsi impressioni, per dialogare. Dovrebbe essere quindi un punto di ritrovo, un’estensione (virtuale) di una comunità reale – con tutti i limiti di questo mezzo, naturalmente, ma anche con qualche opportunità in più: quella di superare le barriere imposte della distanza fisica.

Pensate a questo sito come qualcosa da sfogliare – nei suoi contenuti “statici” – ma anche come ad una bacheca dove ci si può scambiare appunti e contrappunti, discutere ed esporre il nostro pensiero.
E’ molto semplice.

* Come si fa ?

Vi sono 2 tipi di contenuti redazionali:

  • le pagine
  • sono contenuti “statici” da sfogliare. Sono composte dagli amministratori del sito o della relativa sezione, normalmente non cambiano nel tempo salvo arricchimenti e correzioni.

  • i contributi
  • sono raccolti in “categorie” tematiche e hanno il carattere di brevi informazioni o spunti di riflessione, dialogo, comunicazioni ed altro. La prima pagina mostra – in ordine cronologico – gli ultimi contributi inseriti e con il link “Next Page” si può sfogliare l’archivio sempre in ordine cronologico.

    Per vedere tutti i contributi di una particolare categoria (es: Poesie) si faccia un click sulla relativa categoria sulla destra.

E’ possibile (anzi, vi invitiamo a farlo!) inserire commenti ai contributi da parte dei visitatori, ma per farlo è necessario prima registrarsi cliccando qui oppure seguendo il link “Registrati” in testa alla pagina o “Register” in fondo alla pagina. Nella registrazione verrà richiesto di fornire un “nickname” (soprannome) con cui i commenti verranno firmati ed il proprio indirizzo di mail, che resterà soltanto di conoscenza degli amministratori e non verrà in alcun modo divulgato o pubblicato se non dietro esplicito consenso del visitatore.

I commenti inseriti dai nuovi iscritti verranno vagliati dall’amministratore e pubblicati solo dopo una verifica di attinenza allo spirito del sito, questo per evitare infelici intrusioni di quei “bricconcelli” che si divertono a “imbrattare” i siti altrui. Non appena l’amministratore avrà verificato l’identità o le reali intenzioni del neo-iscritto, egli verrà “promosso” e potrà pubblicare direttamente commenti in piena autonomia.

Il sito è anche arricchito da una serie di link a siti di comune interesse ed alcune gallerie fotografiche. Particolarmente interessante è quella dedicata alle “immagini dal mondo” che si può raggiungere anche cliccando sulla foto proposta nella home-page (una foto a caso dall’archivio fotografico che cambia continuamente). Vi sono altre gallerie fotografiche condivise con il sito della Stella del Mattino – ambito Cristiano

install_lingue_asiatiche.jpg

Una nota sui caratteri: talvolta utilizziamo caratteri giapponesi nelle nostra pagine, ad esempio per scrivere 普勧坐禅儀 – Fu kan zazen gi. Se non avete installato il supporto per le lingue asiatiche sul vostro PC vedrete soltanto dei punti di domanda al posto dei caratteri. Se desiderate vedere i caratteri nella loro forma originale su Windows dovete installare il supporto IME per le lingue asiatiche. SU windows XP è piuttosto semplice: aprite il “pannello di controllo” e selezionate le “Opzioni internazionali e della lingua“, quindi nella sezione “Lingue” selezionate “Installa i file delle lingue dell’Asia orientale” come mostrato in figura (cliccare per vedere più in grande). Attenzione che questa opzione richiede 230Mb di spazio aggiuntivo sull’hard disk e vi chiederà il CD di installazione di Windows XP.

Per una trattazione completa e per il supporto alle lingue orientali in altri sistemi operativi consultare l’apposita pagina su Wikipedia

 

Contribuiscono regolarmente, saltuariamente o hanno contribuito con contenuti redazionali varie persone i cui profili sono presentati nell’apposita pagina:
Mauricio Yushin Marassi
(in English) è il responsabile editoriale, Paolo Sacchi cura la rubrica “Retropensieri”, Carlo De Mauro la sezione “Ricerca testi tradotti”, Alessandro Romagnoli si occupa della pagina “Videospigolature zen”, Dario Rivarossa si è occupato delle pagine “L’arte da parte” e “Unlikely” (nella sez. in inglese), Silvano Corsi ha curato la pagina “Poesia”, Cristina Carbone è stata curatrice della pagina “All’ombra del Partenone”, Gennaro Iorio ha dato un contributo alla pagina “Bibliografia commentata” mentre Pierfrancesco Marsiaj cura gli aspetti tecnici: è il webmaster.
Per qualunque dubbio, suggerimento, chiarimento, o anche per mandare un saluto… scrivetemi!

Pierinux

12 Responses to “Guida al sito”

  1. Saralultimastella Says:

    Ciao a Tutti,
    volevo sottoporre agli Amici e cmq tutti i gentili “meditanti”
    una domanda domanda che sta accompagnando da un po’

    “il valore di una persona”
    Quanto vale ognuno?
    …ammesso che abbia un valore…

    grazie e vi abbraccio
    Sara

  2. mym Says:

    Cara Saralultimastella, la domanda è birbantella.
    Quasi da monella il giorno del Natale quando, come si sa nelle risposte puntute c’è da farsi male.
    Allora calcoliamo pure, però prima occorre un poco di partecipazione. Il valore, come lo vorrebbe calcolato? Perché a seconda del tipo di valuta le cose cambiano assai. In moneta della galassia, per dire, una persona in più o in meno sul nostro pianetino squinternato e periferico suppongo valga meno di un volo di farfalla. Essì che di voli le sventatelle ne fanno un bel po’. Per sua madre, sua figlia, suo marito o affini qualsiasi pulzella a me sconosciuta è la luce degli occhi, più preziosa di ogni somma, in qualsiasi valuta. Ecc. ecc.
    Per cui: se vuol sapere se -diciamo- fra un miliardo di anni quello che io sto scrivendo ora e che lei sta leggendo avrà una qualche importanza le dico che non lo so, ma dovessi proprio dire direi che né questo né le nostre singole esistenze conteranno più nulla. Però il mare è composto di gocce: tolte quelle… niente più mare. Insomma, dica lei: dove sono i Pirenei?
    Buon anno
    mym

  3. Pierinux Says:

    mym dice in forma piu’ elegante cio’ che penso anch’io: che il valore di ciascuno puo’ e deve essere nullo o infinito (in termini matematici), a seconda della prospettiva e quindi e’ nullo ed infinito allo stesso tempo.

    l’importante e’ essere in grado di accogliere queste prospettive (che mettono alla pari lo zero e l’infinito con buona pace dei matematici) con equilibrio e coscienza, senza farci sconvolgere e imparando a trovarvi un senso compiuto come se fosse l’unica cosa vera.

    pierinux

  4. Saralultimastella Says:

    domanda
    dagli occhi lucidi

    risposta
    schietta e delicata come miele

    beh…mi avete regalato una finestra
    luminosa

    un grazie di cuore ad entrambi

    (^_^)
    Sara

  5. Gaetano Says:

    Buongiorno,
    un paio di domande ben lontane dal valore individuale di cui sopra:
    1) ho provato a procurarmi il libro “Intelligenza volse a settentrione…” ma non ci sono riuscito (mondadori, amazon etc) mi potreste indicare come fare?
    2) Ho letto molte delle cose presenti in questo bellissimo sito, ho letto (quasi finito di) i due tomi del maestro MYM sul buddismo mahayana, pratico zazen da qualche mese, alcune domande mi sorgono spontanee alla mente (cittamatra… :-), dato che richiedono un’articolazione un pò più complessa che “cala la pasta, chè sto arrivando”, in quale settore (thread?) del sito potrei postarle? Lo chiedo perchè il maestro MYM mi ha già bacchettato una volta per aver postato un intervento nel posto sbagliato, e perchè sono disperatamente ignorante in queste cose di internet.
    Grazie a tutti del vostro lavoro
    GASSHO

  6. mym Says:

    Buongiorno Gaetano. Il maestro MYM è recentemente scomparso -mai sufficientemente compianto- ed avendone ereditate le sembianze le rispondo.
    1) Il libro in questione è esaurito. Forse lo trova di seconda mano. Prima o poi ne faremo una versione digitale, ma il tempo non solo non esiste: vola via senza alcun ritegno, per cui non so dirle quando. Può trovarlo però in queste biblioteche.
    2) Grazie per i complimenti al sito: la troupe è di prim’ordine; vista l’età media non so quanto durerà ancora ma, al momento, hic manebimus optime.
    Visto che ci troviamo già qui e, penso, non disturberemo nessuno, potrebbe postare qui le sue domande. Le chiedo la cortesia di avere come obiettivo di contenere la sua facondia nelle 500 battute a post. Per ciascuna domanda non penso costituisca un problema. Che cosa ne dice?

  7. Gaetano Says:

    Buonasera MYM, ne dico che sarebbe perfetto. Cercherò di fare della stringatezza la mia cifra stilistica, ammesso che possa avere una “cifra stilistica”. Pratico da 9 mesi (un tempo ridicolo, lo so) e in questo tempo leggere te ed altre cose da questo sito ha costituito per me quanto di più vicino ci fosse ad una trasmissione “cuore a cuore” – anche se so che non è così – quindi faccio fatica a non chiamarti maestro (nel senso che dai a questo termine ne “La via maestra”). Essendo però venuto a conoscenza, con grande cordoglio, della dipartita del maestro MYM mi rivolgerò a te, che ne hai preso il sembiante terreno.
    Come detto poc’anzi pratico da molto poco tempo, ma un pO’ per la mia natura, un pO’ per essermi “formato” a una certa scuola mi faccio delle domande. Mi rendo conto che un contenuto di portata immensa come la Via della liberazione del Buddha debba avere un contenitore, delle liturgie, dei riti, capisco che questa pratica ci sia arrivata dall’estremo Oriente, dal Giappone e che è arrivata in Occidente da meno di un secolo (anche questo un tempo ridottissimo per una inculturazione, anche se viviamo nei tempi di internet), ma sarà sempre così? C’è un tathagatagarbha (predona gli errori ortografici, le mie conoscenze di sanscrito sono debolucce) in Occidente che sta germogliando? Quali segni ne vedi? Per entrare nel particolare: ho imparato a recitare decorosamente il Maka Hannya, il Daishin Darani, lo Shiguseigan e mi piace anche, ma non riesco a non chiedermi a che cosa serva recitarlo in giapponese antico (l’ho dato da leggere a una signora giapponese, ma, pur avendo capito che si trattava di un sutra – pensava fosse una cosa della Soka Gakkai – non ne capiva il significato). Il “Prajna Paramita Hrdaya Sutra” ha un significato profondissimo (ho letto anche Conze, anche se l’ho trovato un po’ indigesto, forse dovevo leggerlo dopo i due volumi sul buddismo mahayana) ma che effetto ha su di me recitarlo in giapponese antico. Secondo una mia cara amica, che è stata allieva di Daido Strumia, è un “esercizio di respirazione”, potrebbe avere un significato mantrico? Come il “nam yoho renge kyo” della soka gakkai? Una domenica io e i miei amici del Dojo di Vercelli siamo andati al tempio di Fudenji, dal maestro Guareschi e caso volle che quella domenica cadesse la commemorazione di Bodhidharma; abbiamo partecipato nella sala del Dharma a una cerimonia molto lunga, complessa e senza dubbio affascinante. Ma quei paramenti, quelle movenze, non sono nostre, provengono da una cultura, da una storia interessante quanto si vuole, ma profondamente “altra”. Insomma, dove comincia il buddismo, la Via di liberazione dalla sofferenza, e dove finisce il giapponesimo? Forse contenitore e contenuto non possono più di tanto fondersi, se no perdono la loro funzione, la loro efficacia, o forse la mia visione è troppo dualistica. La pantomima è indispensabile? E quando diventa pantomima?
    Senz’altro saranno temi già trattati, ma nelle mie peregrinazioni nel sito non li ho trovati, magari mi potrai dire dove trovare le riposte.
    Sembrano tante le domande ma in fondo è una sola 🙂
    Non so se sono riuscito a stare dentro le 500 battute, non vedo una contatore da nessuna parte, spero solo di non aver abusato della tua pazienza.
    Almeno stavolta non ho scritto parolacce… 🙂
    GASSHO

  8. Gaetano Says:

    Mannaggia! Vistolo pubblicato il post, temo di aver fallito miseramente il mio intento di stringatezza.
    Scusa, MYM
    GASSHO

  9. mym Says:

    Caro Gaetano, se ‘stringatezza’ è il tuo obiettivo e questo è il risultato: il senso della parola è letteralmente esploso.
    Dici che pratichi, ma da quello che scrivi non si capisce che cosa pratichi. Te lo chiedo: che cosa pratichi?
    E poi: perché mi chiedi delle liturgie, dei riti arrivati dall’estremo Oriente, dal Giappone? Hai trovato in questo sito, o nei testi che consigliamo o scriviamo, indicazioni a seguire quei riti? Il tathāgatagarbha non è qualche cosa che esiste e germoglia collettivamente. È la tua, mia, nostra possibilità di praticare proprio come il Buddha. Uomini, donne come lui, destinati al risveglio se percorriamo la strada che porta al risveglio, perché abbiamo in noi quella capacità. Come quella di correre, dormire o mangiare. Ma senza correre non c’è corsa, senza dormire non c’è sonno, senza mangiare … pancia vuota. E ciascuna delle tre ha il suo modo. Non so perché hai imparato a recitare decorosamente il Maka Hannya, il Daishin Darani, lo Shiguseigan. Ho dato (hai trovato qui) indicazioni in tal senso? Le persone fanno le cose più strane, anche (soprattutto?) tra coloro che si dicono buddisti, ma …
    Il buddismo inizia nell’istante in cui chiedi come praticarlo. Vive se ci provi. Ma non tutte le cose che si praticano in ambienti che si dicono buddisti sono la pratica del buddismo. Forse è bene chiedere in quegli ambienti perché indicano, consigliano certe pratiche. Io non l’ho mai fatto e neppure, mi pare, troverai indicazioni in tal senso qui o nei libri che consigliamo o scriviamo. Sulla pantomima (se la nomini lo sai, quindi ho il sospetto che stai -un poco- celiando) ho già scritto, ritengo sia chiaro che cosa ne penso.
    Un consiglio l’avrei, se me lo permetti: fermati, metti da parte ciò che non è indispensabile e poi prova a dirmi che cosa vuoi.
    La qualità delle parole è più importante del loro numero.

  10. Gaetano Says:

    Caro MYM, pratico zazen. Quello che ho letto del buddismo, in particolare del buddismo zen, mi conferma che vi è una pratica che può dissolvere il dukkha, può spuntare il pungiglione della vita (non sono parole mie 🙂 ). E quindi seguo questa Via, pratico questa pratica, con tutte le incertezze del caso. Oltre a sedermi in zazen ogni giorno, una sera alla settimana vado al Dojo di Vercelli, lì si accende l’incenso ci si muove come hai descritto tu in un post sulla pratica e poi si fa zazen, kinhin, un secondo tempo di zazen e si recita il Maka Hannya, il Daishin Darani (a volte) Shiguseigan e Fueko. I più anziani della Via vestono il kimono e il takkesa (sono ordinati bodhisattva). Credevo sinceramente che questa fosse la norma per qualsiasi Dojo Zen. Così non è, quindi. Ora, vestire il kimono, recitare il sutra del cuore e i voti del bodhisattva in giapponese antico è funzionale al mio percorrere la Via, alla mia pratica o fa parte della pantomima? Non v’è alcuna celia, ho letto il post della pantomima, volevo sapere se le pratiche di cui sopra ne fanno parte. Poi, per restare nel mio Sangha, posso anche recitare qualche verso in giapponese antico, non ci vedo nulla di male, ma vorrei capire quel che sto facendo.
    La sottodomanda è se una inculturazione occidentale del buddismo mahayana è già iniziata, se sì che forme ha, oppure se è ancora molto di là da venire.
    Ho provato a contare le battute ma proprio non so come si fa, però stavolta mi sembra di aver fatto meno casino.
    Grazie per la tua pazienza.
    GASSHO

  11. Gaetano Says:

    PS: il post sulla pantomima finiva così: “…cercando tenacemente il confronto con chi ha più esperienza.”
    Ancora grazie
    GASSHO

  12. mym Says:

    L’intreccio s’infittisce.
    Spostiamo in un ‘luogo’ privato il seguito della nostra conversazione.

Se volete, lasciate un commento.

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