(A cura di Carlo Geneletti)

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ueste sono traduzioni in italiano delle traduzioni in inglese dello Shobogenzo di Dogen.

Ci rendiamo conto che, pur avendo illustri modelli, tra cui il traduttor dei traduttor d’Omero, un testo due volte rimosso dall’originale è probabile che lo tradisca. Tuttavia, ci è parso fare cosa utile mettere a disposizione questo materiale a chi non legge il giapponese o l’ inglese, in attesa che appaia la traduzione italiana dall’originale.

Il traduttore principale è un principiante – in senso letterale, non in quello metaforico di Suzuki. Si chiama Carlo. Il supervisore della traduzione è Yushin Marassi.

A fianco della traduzione abbiamo anche presentato parte del dialogo elettronico che si è sviluppato attorno a questo lavoro tra Carlo e Yushin. Lo facciamo per aiutare nella lettura di questi testi, che sono di difficile comprensione.

Questi testi sono ostici per diversi motivi. Uno è che Dogen, da buon maestro zen tiene “alta l’asticciola”: se non ci arriviamo da soli.. non c’è santo che tenga. Se non bastasse, Dogen scrive usando antichi ideogrammi il cui significato col tempo è mutato per cui il senso è difficile, a volte impossibile da capire anche per i giapponesi oggigiorno

Carlo

 

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