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Il Grande Maestro Hongdao del Monte Yao (32) [Yaoshan], discepolo di Shitou, detto Grande Maestro Wuji, un giorno andò a studiare con il Maestro Zen Daji di Jiangxi. Yaoshan chiese, “Sono ferratissimo sull’insegnamento dei tre veicoli (33) e delle dodici divisioni. (34) Ma perché Bodhidharma ha lasciato l’occidente per venire qui?” Il Maestro Daji rispose: A volte gli (35) faccio sollevare le sopracciglia e strizzare l’occhio A volte non gli faccio sollevare le sopracciglia e strizzare l’occhio A volte fargli sollevare le sopracciglia e strizzare l’occhio è giusto A volte fargli sollevare le sopracciglia e strizzare l’occhio non è giusto.(36) Udendo queste parole, Yaoshan ebbe una grande illuminazione e disse a Daji: “Studiare con Shitou (37), era come una zanzara che cercava di mordere un toro di ferro”. Ciò che Daji disse non è una cosa banale. “Sopracciglia” e “occhi” sono montagne e oceani, perché montagne e oceani sono sopracciglia e occhi. Il “fargli sollevare le sopracciglia” è rendersi conto di che cosa sono le montagne. Il “fargli strizzare l’occhio” è capire gli oceani. La risposta “giusta” è un suo dono e lui è attivato da te che gli fai sollevare le sopracciglia e strizzare l’occhio. “Non giusto” non vuol dire non fargli sollevare le sopracciglia e strizzare l’occhio.(38) Non fargli sollevare le sopracciglia e strizzare l’occhio non vuol dire non giusto. Tutti questi sono ugualmente l’essere tempo, [la vita] Le montagne sono tempo. Gli oceani sono tempo. Se non fossero tempo, non ci sarebbero. Non negare che le montagne e gli oceani qui e ora sono tempo.(39) Se il tempo [la vita] fosse annichilato, sarebbero annichilati anche le montagne e gli oceani. Non sono annichilati solo perché il tempo non lo è. Perché le cose stanno così puoi vedere la stella del mattino, puoi vedere il Tathāgata, puoi vedere l’occhio [che ammicca] e puoi vederlo sollevare il fiore. Ognuno di essi è tempo. Se non ci fosse il tempo, non potrebbe essere così.(40)

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Il maestro Guixing (41) della Prefettura di She è l’erede di Shoushan, un figlio di Linji. Un giorno insegnò all’assemblea [dei monaci]: A volte arriva la mente (42) ma non le parole A volte arrivano le parole, ma non la mente A volte arrivano sia mente che parole A volte non arrivano né mente né parole Sia mente che parole sono l’essere tempo. L’arrivare (43) e il non arrivare sono essere tempo. Quando il momento dell’arrivo non è arrivato è arrivato il momento del non arrivare (44). La mente è un asino, le parole un cavallo(45). Essere già arrivati è una parola e non-essere-partiti è mente. Arrivare non vuol dire “esserci giunti” e “non arrivare” non vuol dire “non esserci ancora giunti”.

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L’essere tempo è così. L’arrivare (46) è ostacolato dall’arrivare, ma non dal non arrivare. Il non arrivare è ostacolato dal non arrivare e non dall’arrivare. La mente ostacola la mente e la comprende direttamente, le parole ostruiscono le parole e le comprendono direttamente. I limiti ostruiscono i limiti e li comprendono direttamente. I limiti delimitano i limiti. Questo è il tempo.(47) Il delimitare lo causi tu. Non c’è comprensione che sia separata da te. Così tu esci e incontri qualcuno. Qualcuno incontra qualcuno. Tu incontri te stesso. L’incontro incontra l’incontro. Se non ci fosse il tempo, non potrebbe essere così.

Nota:
32) Il Maestro Yakusan Igen (745-828). Divenne monaco a 17 anni e succedette al Maestro Sekito Kisen. Gran Maestro Kodo è il suo titolo postumo. (NC)
33) Tipi di insegnamento misurati sulla capacità dei praticanti, Shravaka, Prateykabuddha e Bodhisattva. I primi due sono chiamati Hinayana o Veicoli minori, e il terzo Mahayana, o grande veicolo.
34) Una classificazione degli scritti canonici buddisti.
35) C: Per T, vuol dire Buddha Sakyamuni, per NC vuol dire se stesso, e riferisce come Baso osservasse il suo stesso comportamento come obiettivo.
Y: Molto più semplice, a mio parere. E’ da prendere alla lettera. A “che cosa” Daji fa alzare/abbassare il sopracciglio? Non occorre (non bisogna?) rispondere. Bisogna vedere senza usare il pensiero. Che poi è l’obiettivo globale di Dōgen.
36) C: Qui “lui” è Sakyamuni Budda, l’immagine si riferisce alla parabola della trasmissione del dharma in cui egli coglie e mostra un fiore all’assemblea e poi strizza l’occhio.
Y: Sì, vero, ma in questo caso è meglio intendere “lui” come buddha. Ovvero: come alla nota precedente: a “che cosa” Daji fa alzare/abbassare il sopracciglio?
37) Y: va bene anche così, purché sia chiaro che non si sta criticando Shitou-Testa di Pietra, ma il modo di studiare di Yaoshan.
38) NC dice che questo “sollevare le sopracciglia.. “ vuol dire agire, e il senso della frase sarebbe che l’immoralità non consiste nell’agire e la moralità nel non agire, c’è immoralità nell’agire e nel non agire.
Y: Se hai capito con che cosa hai a che fare quando alzi (gli fai alzare) le sopracciglia ecc. sai anche che non è deciso che “l’alzare le sopracciglia” sia la cosa giusta (o viceversa) e che non farlo sia un errore (o viceversa). Ogni istante tutto è nuovo, perciò rinasce anche l’opportunità di che cosa sia giusto oppure no…
39) Non negare che il tempo esista ora e qui nelle montagne e negli oceani. NC
40) Y: queste cose le vediamo, le immaginiamo, ne parliamo (come tutto il resto), fanno parte della nostra vita/tempo.
41) Kisho, secondo NC. Non se ne conoscono le date di nascita e morte. Fu un successore del Maestro Shuzan Shonen. Fu il quarto nella linea di discendenza del maestro Rinzai e il nono nella discendenza del Maestro Nangaku Ejo. Si dice che comprese la verità quando discuteva una storia attorno a uno shippei, una canna di bambù che si usa in certe cerimonie.
42) Y: ho uno zazen ben saldo, pieno e rotondo.
43) L’esperienza completa del momento presente. T
44) Il momento della presenza non è ancora finito ma il momento dell’assenza è giunto. NC
45) Si riferisce a questo aneddoto JRTL ap. 111. Un monaco disse: qual’è il significato del buddhadharma?” Il maestro [Lingyun Zhiqin] rispose”quando l’asino non è ancora partito il cavallo è arrivato”.
46) Avere ottenuto o l’esperienza piena dell’istante presente.
47) Y: anche qui la traduzione è praticamente letterale anche se Dōgen usa coppie di ideogrammi che combina con i positivi e i negativi, per cui se la sbriga in due righe per l’intero paragrafo.

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La mente è il momento della realizzazione del punto fondamentale. Le parole sono il momento dell’oltrepassare e scassinare la barriera. L’arrivare è il momento dello svelare la sostanza: il non arrivare è il momento dell’essere uno con proprio questo, pur essendo libero da proprio questo. Devi cercare di realizzare l’essere tempo in questo modo.

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I vecchi maestri hanno detto queste parole, ma non c’è niente d’altro da dire? Mente e parole che arrivano “a metà” sono l’essere tempo
Mente e parole che non arrivano “a metà strada” sono l’essere tempo
In questo modo dovresti esaminare l’essere tempo.
Fargli sollevare le sopracciglia e strizzare l’occhio è metà dell’essere tempo
Fargli sollevare le sopracciglia e strizzare l’occhio è l’essere tempo perduto
Non fargli sollevare le sopracciglia e strizzare l’occhio è metà dell’essere tempo
Non fargli sollevare le sopracciglia e strizzare l’occhio è l’essere tempo perduto.
Così lo studio attento del trascorrere e lo studio meticoloso dell’arrivo e del non arrivo, è l’essere tempo di questo istante.

Il primo giorno d’inverno del primo anno di Ninjii [1240]. Questo è stato scritto al Monastero Kōshō Hōrin.

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