4 ottobre giapponese

IsIAO Emilia-Romagna
Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente

Ravenna, Faenza, Lugo, Bagnacavallo
3 Ottobre – 12 Novembre 2006

Per aggiornamenti, approfondimenti in tempo reale e variazioni del programma:
www.isiaora.it • www.ascig.it • segreteria@isiaora.itinfo@ascig.it

Per scaricare la locandina cliccate qui, oppure leggete online il programma nel resto di questo post.

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Domani sera, venerdì 6 ottobre durante la trasmissione “Le invasioni barbariche” sul canale TV La7 condotto da Daria Bignardi , Giuseppe Jiso Forzani presenterà il suo nuovo libro “I fiori del vuoto“, Ed. Bollati Boringhieri

LIBRERIA GAIA SCIENZA

e

CENTRO DI PRATICA ZEN

organizzano

venerdì 27 ottobre 2006

alle ore 18,00

presso la sede della libreria, a Livorno, in Via Di Franco,

la presentazione del libro:

Il buddismo mahayana attraverso

I luoghi, i tempi e le culture.

L’India e cenni sul Tibet

Quello che arriva oggi dall’oriente è ancora buddismo?

Lo Zen è irrimediabilmente legato ad una sintassi orientale non traducibile, oppure il futuro è nelle nostre mani?

Incontro con l’autore: Mauricio Yushin Marassi

Corrida e sangue. Cosa fa la Chiesa quando non riesce a fermare la violenza umana? Si adegua.

Di Franco Libero Manco – da http://www.newmediaexplorer.org

La crudeltà praticata come spettacolo ha origine antichissime, si pensi che per l’inaugurazione del Colosseo furono immolati 11.000 animali. Le prime gare con i tori in Spagna risalgono all’anno 815 d.C. ma la corrida vera e propria nasce nel XIV secolo come gioco equestre.

Nell’arco di 20 anni il papa Pio V emanò ben 4 bolle a severa condanna delle corride e le altre fiestas, ma senza alcun risultato.
Filippo V di Borbone disse: “E’ incredibile il desiderio di ammazzare animali che dimostra questa nazione. Questo popolaccio è di una ferocia incredibile”. Nel 1805 Carlo IV emise la Real Cedula che vietava formalmente la corrida, ma di fatto non ebbe alcuna efficacia.

Vi sono molti interessi di carattere economico, politico e religioso che ruotano intorno alle corride. Ricchi latifondisti, allevatori di bestiame, agenzie turistiche e operatori della carta stampata si appellano alla tradizione, all’interesse turistico, artistico e sportivo.
I grandi allevatori godono di importanti appoggi politici e di consistenti finanziamenti da parte del Ministero della cultura.

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A proposito dei due articoli recentemente apparsi su questo sito riguardo la successione al Dalai Lama (Dalai Lama eletto per sfidare la Cina e Il Dalai Lama: dopo di me basta con le reincarnazioni), M.Y.Marassi ci spedisce questo commento.

Shingatse

E pensare che la reincarnazione con il buddismo non c’entra nulla, o meglio ha finito per entrarci per la forza pervasiva di una credenza antichissima, presente in molte culture orientali e occidentali. Vi è un’ipotesi tra le altre, come riportato qui sotto, che fa risalire la sistemizzazione di tale credenza a Pitagora, e poi -via Mesopotamia- potrebbe essere giunta anche in India. Dove prima ha pervaso l’induismo upanishadico e bramanico e poi il buddismo popolare. Tramite il quale è giunta in Cina senza attecchire e poi in Giappone dove le credenze sciamaniche autoctone l’hanno sempre soverchiata. Infine questa credenza si è “manifestata” in Tibet. Ora, attraversato tutto il mondo, fa “ritorno” in Occidente, come se fosse cultura buddista. In ogni caso, anche in Tibet, l’usanza di educare un bambino ritenendolo l’incarnazione di un lama, è recente rispetto alle origini del buddismo: sono “solo” 800 anni che nel Paese delle Nevi si è istaurata questa scelta di trasmissione dell’autorità, del carisma e del sapere da una generazione all’altra, mentre il buddismo è nato ben 1700 anni prima che questo suggestivo costume si manifestasse: un tempo troppo lungo per poter ipotizzare una comparsa tardiva di un elemento così importante e già presente. Eppure oggi in Occidente, anche tra gli stessi buddisti, l’idea che la reincarnazione sia parte della cultura buddista è una certezza consolidata.

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Nelle sue Confessioni, sant’Agostino ci ha regalato due brani altissimi: quello della morte di sua madre Monica (deogratias!) e quello in cui scrive: “Non esistono il presente, il passato e il futuro, ma solo il presente del presente, il presente del passato e il presente del futuro”. Ed è sempre il vescovo di Ippona ad affermare che il racconto della Genesi, con la creazione del mondo in sei giorni, va interpretato allegoricamente. Non va certo preso alla lettera, perché l’universo è nato totum simul, tutto in simultanea. Ma quando è nato? Perché a quel punto, e non prima? Questa è una domanda oziosa, ci mette in guardia Agostino, perché il tempo si dà con il mondo, non al di fuori o prima di esso. Il “prima”, semplicemente, non esiste.

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Da www.report.rai.it

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Puntata speciale di Report il 24 settembre alle ore 21.00. Verrà trasmessa l’edizione italiana di “Confronting the evidence”, il primo filmato americano che mette in luce i punti oscuri dei fatti dell’11 Settembre e tutte le omissioni prodotte dalla Commissione d’indagine. Il filmato è stato prodotto nel 2004 da Jimmy Walter, un miliardario che ha investito 7 milioni di dollari di tasca propria per chiedere la riapertura della Commissione. Il DVD è stato distribuito in centinaia di migliaia di copie gratuitamente in tutto il mondo e l’utilizzo è libero da diritti, però nessuna tv pubblica e nessun network nazionale lo ha mai trasmesso. Eppure le riviste Forbes, Newsweek, USA Today, New York Times hanno accettato i soldi di Walter per pubblicare pagine di pubblicità nelle quali si sollevano dubbi e si chiede al Governo di rispondere. Quello che viene mostrato sono considerazioni, analisi e fatti che oggettivamente meritano di essere presi in considerazione. Certamente “Confronting the evidence” ha prodotto un primo effetto: dopo la diffusione del video, circa 8.000 cittadini newyorkesi e 2.000 squadre di pronto soccorso e pulizia hanno fatto causa all’Agenzia per la protezione ambientale e al Sindaco di New York in merito alla respirabilità dell’aria. Il documento prova che l’EPA mentì pochi giorni dopo l’attentato dicendo che l’aria era respirabile, ed invitando tutti a tornare a lavorare. Molti di loro si sono ammalati. Secondo un recente sondaggio realizzato dalla ‘Scripps Survey Research Center presso l’Universita’ dell’Ohio’, piu’ di un terzo degli americani sospetta che il governo abbia favorito gli attacchi o che non abbia intrapreso alcuna azione per bloccarli, mentre il 66,6% dei newyorkesi chiede la riapertura della Commissione dell’11 settembre.

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