Copertina Diario

Dopo aver dato notizia del diffondersi della tesi del complotto riguardo all’attentato alle Twin Towers dell’11 settembre 2001, tesi di cui la trasmissione televisiva Report ha dato di recente conto trasmettendo, pur col beneficio del dubbio, un documento filmato che mira a comprovare la responsabilità dell’amministrazione americana nell’organizzazione ed esecuzione dell’attentato, è da parte nostra doveroso segnalare altre voci indipendenti, che invece mirano a smontare la tesi complottista. La più interessante appare quella della rivista Diario, diretta da Enrico Deraglio, e segnalata su la Repubblica da Mario Pirani. Nel numero 37/38 del 29 settembre 2006, Deaglio in un lungo articolo da new York, intitolato “Il cospirazionista e il meccanico popolare” cita diffusamente una “vera inchiesta vecchio stile” di Popular Mechanics. “Pubblicato dalla Hearst Corporation, tradotto in tutta l’America latina e in Sud Africa, Popular Mechanics è quel genere di giornale che presenta i nuovi modelli di automobile e i nuovi tagliaerba, discute del futuro dei raggi laser, consiglia sull’uso dell’inox nella stanza da bagno e analizza i libretti di istruzione degli elettrodomestici. Due anni fa la rivista promosse un’inchiesta in profondità sull’11 settembre analizzando le teorie cospirazioniste. Mise al lavoro 30 giornalisti e intervistò 300 esperti e concluse, in un numero speciale del marzo 2005, che nessuna delle teorie resisteva alla prova dei fatti. Ora tutto il lavoro è diventato un libro, Debunking 9/11 Myths, a cura di David Dunbar e Brad Reagan, Hearst Books” (pag. 13). Non è possibile presentare qui le argomentazioni riportate dall’articolo di Deraglio, che è lungo e circostanziato: e del resto la nostra intenzione, nel riferire sul sito questo tipo di notizie, non è certo quella di prendere parte per una tesi o per un’altra né di invogliare i lettori a schierarsi. Al contrario: si tratta di fornire elementi di valutazione, il più possibile verosimili ma mai certificabili come assolutamente veritieri, in modo che chi legge eserciti le proprie facoltà intellettuali di analisi, di indagine, di svelenimento da ogni pregiudizio. Consigliamo dunque anche la lettura dell’articolo di Diario, che nota anche come la tesi del complotto dilaghi su Internet e approdi in televisione, mentre le argomentazioni dell’inchiesta di Popular Mechanics non sono prese in considerazione dai “cospirazionisti” soprattutto con l’argomentazione che il giornale fa parte della catena Hearst e quindi della Verità Ufficiale, e conclude: “Così oggi, a cinque anni di distanza dagli attentati, stanno le cose. Tutto quello che abbiamo visto può essere vero o può essere falso. Osama bin Laden si lamenta perché gli è stato tolto il copyright del più grande omicidio della storia e una piccola folla di dilettanti in aviazione civile e demolizioni di grandi edifici si propone come depositaria di terribili verità scientifiche.(…) E’ sempre stata dura confrontarsi con il meccanico: dice sempre cose sgradevoli. In genere, ti dice che non avevi fatto la manutenzione. Poi scopri che aveva ragione lui.

(Letture consigliate: oltre a Debunking 9/11 Myths ampiamente citato nel testo, l’appena uscito Theater of War di Ian Buruma. (…) racconta come l’amministrazione Bush abbia professionalmente sfruttato i media per sostenere la sua guerra in Iraq. Molto convincente e vicino a noi” [da Diario] (pag. 16).

Giuseppe Jisō Forzani

(tratto da Avvenire, 25 ottobre 2006)

«Il sistema periodico» (1975) di Primo Levi è stato proclamato il miglior libro scientifico di tutti i tempi. L’opera dello scrittore torinese, che utilizza i vari elementi chimici come spunto per raccontare la formazione morale e civile di un giovane ebreo nell’Italia di Mussolini, ha prevalso su autori come Richard Dawkins, James Watson – lo scopritore del Dna – o Tom Stoppard.

Il libro di Primo Levi è stato votato durante un evento organizzato a Londra dalla Royal Institution. «Il sistema periodico» ha sconfitto anche, tra gli altri, «L’anello di re Salomone» di Konrad Lorenz, «La vita di Galileo» di Bertolt Brecht, «Il viaggio del Beagle» di Charles Darwin, «Tabula rasa» di Steven Pinker e «Su una gamba sola» di Oliver Sacks.

I ravanelli di Joshu

Joshu sta raccogliendo ravanelli nell’orto.

D’un tratto si alza e li mostra

in modo che tutti li vedano.

Come sono incrostati di terra che sbriciola !

Cominciai a praticare

credendo fosse come

lucidare una bella mela con le mani.

Mi scopro a raspare la terra

per cercare dove sono sepolto.

(Liberamente tratta da “Blue Cliff” by Richard von Sturmer)

s.c.

25 10 06 h. 09,23

Dalla protesta alla proposta: una cartolina dal Pianeta del Buon Senso!
27-29 ottobre a Colorno

da http://eventi.parma.it

Intervenire a favore dell’ambiente non solo è necessario, ma anche conveniente! Decine di amministrazioni comunali, movimenti, gruppi di acquisto, distretti di economia solidale, banche del tempo, bottegai equi e solidali, agricoltori bio, famiglie e singoli cittadini stanno di fatto costruendo dal basso, giorno dopo giorno, un’economia della sobrietà e della decrescita, basata sul rispetto dei diritti dei lavoratori, sulla democrazia e l’accesso all’informazione per tutti, sulla tutela dell’ambiente, sulla condivisione.

Il festival è l’occasione per presentare le migliori sperimentazioni e idee portati avanti da sindaci e assessori del buon vivere, filosofi e operai, manovali della concretezza quotidiana. Per un confronto a tutto campo su grandi opere, progetti ed esperienze!

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Questa è una miniatura tratta dal Libro d’ore di Carlo VIII re di Francia (fine XV secolo). Con un gioco di parole in inglese, ci piacerebbe intitolarla “In-Carnation”.

La scena è nota, e ricorrente in tutta l’arte medievale con gli stessi elementi di base: il Calvario, dove il Cristo crocifisso è pianto dalla madre Maria e da san Giovanni, una di qua, l’altro di là. Eppure, ognuna delle migliaia di miniature su questo soggetto, realizzate lungo i secoli da uomini di spirito, contiene qualcosa di peculiare, che a volte necessita di un certo acume per essere individuato.

Il nostro caso è forse uno dei più interessanti. Chi è infatti il personaggio che piange, o si nasconde, sulla destra? Quello tutto bianco, compreso il volto?

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Buddazot 5

Nella rubrica Retropensieri è uscito il numero di ottobre del fumetto Buddazot, di Paolo Sacchi.

Come i numeri precedenti anche questo è comodamente scaricabile in formato PDF.

In libreria da giovedì 19 ottobre

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La parola filosofia abita in Occidente da non meno di 2500 anni, mentre ha compiuto appena i 130 nella sua forma ideografica giapponese. Il pensiero orientale, e quello giapponese in particolare, ha titolo per essere definito «filosofico», privo com’è della matrice greca, da taluni ritenuta imprescindibile? O forse è più problematico non parlare di filosofia che trattarne (col dovuto discernimento) in presenza di un pensiero di innegabile profondità di analisi, complessità sistematica, ricchezza epistemologica?Partendo da queste domande non retoriche il libro si propone di trattare alcuni momenti fondamentali della storia del pensiero giapponese, dai suoi albori in forma scritta ai giorni nostri, come tappe di un’evoluzione culturale. Non è dunque un manuale di storia della filosofia giapponese, né solo un compendio delle visioni filosofiche dei pensatori giapponesi antichi e moderni, ma piuttosto una passeggiata filosofica attraverso il Giappone. Il cui scopo non è solo la visita di alcuni luoghi di un pensiero lontano e prossimo a un tempo: ma anche scandagliare l’ipotesi se da questa prossima diversità non possa venire uno stimolo a rivisitar noi stessi, guardando i problemi di sempre con occhi diversi. Il libro percorre le tappe, che l’autore considera più significative e che l’indice scandisce, della particolarità del pensiero filosofico giapponese, per fornire al lettore elementi di conoscenza di una forma mentis tanto diversa dalla «nostra», riflettendo di pari passo se la ricerca filosofica possa essere strumento di dialogo fra le diversità o sia invece elemento di alienazione fra le identità.

* l’autore
Giuseppe Jiso Forzani (Genova 1949) ha studiato filosofia all’Università di Genova. Monaco buddista zen, ha vissuto otto anni in monastero in Giappone. Fra le pubblicazioni, ha curato l’edizione dal giapponese di vari testi di Eihei Do¯gen (1200-1253) fra cui Il cammino religioso (Bendo wa), Marietti 1990; Divenire l’essere (Genjo koan), EDB 1997; La cucina scuola della via (Tenzo Kyo kun), EDB 1998; Bussho – La natura Autentica, EDB 1999. Ha curato la voce «Filosofia giapponese» per l’Enciclopedia filosofica Bompiani.

Il libro si può acquistare online dal sito della casa editrice (Bollati Boringhieri) senza spese aggiuntive.

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