Gio, 21 Mag 2009
Riceviamo dall’amico dhr una scheda -questa volta non propriamente benevola- a proposito di un libro inusuale. L’argomento, secondo dhr, è addirittura superiore a qualsiasi altro. Gli crediamo. Grazie al cielo (al Cielo?) la prassi di vivere, anche laddove è un “semplice” fatto naturale è al di sotto, al disopra, di lato a qualsiasi libro e qualsiasi argomento.
Pietro Schiavone ha appena pubblicato un libro sull’argomento più importante che possa esistere. Più importante della morale, della meditazione, della Bibbia o dei Sutra, delle quattro Nobili Verità o addirittura di Dio. Il titolo è Il discernimento. Teoria e prassi (ed. Paoline). Sì, perché SENZA discernimento ognuna delle cose che possiamo credere, pensare, scegliere, amare, leggere o fare ci porterà fuori strada.
Da bravo gesuita, Schiavone concepisce il libro come un ampio commento agli Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola… ma il suo non è bieco campanilismo, è un puro dato di fatto, perché in Occidente nessuno prima di Ignazio aveva mai articolato in modo così lucido il processo di discernimento.
Il risultato? Come dice un proverbio (i proverbi a volte contengono interessanti dosi di discernimento): il meglio è nemico del bene. In poche parole, l’autore ha deciso di strafare, e ha guastato tutto. Nelle 600 – seicento – pagine del volume, le preziosissime, spesso sottilissime indicazioni di Ignazio di Loyola si perdono in un guazzabuglio di citazioni da tutto il citabile: brani dell’Antico e Nuovo Testamento a pioggia, testi dei Padri della Chiesa, teologi medievali, documenti della Chiesa, biografie dei santi, esperienze mistiche, psicologia, sociologia, riti di esorcismo, aneddoti assortiti, consigli spiccioli. A questo punto ci si è giocati qualsiasi utilità dell’opera, che però si proponeva di trattare l’argomento più importante in assoluto. Anzi questo profluvio di distrazioni cozza CONTRO tutte le regole del discernimento.
Ammennocché non lo abbia fatto apposta, nascondendo le perle preziose in mezzo a montagne di materiale superfluo, per mettere alla prova la serietà degli intenti del lettore. Ma il tenore generale del testo (Pietro Schiavone non è Ludovico Ariosto) non autorizza a supporre una finalità del genere, che pur sarebbe stata lodevole.
E allora. Per procurarsi un concentrato di discernimento che sia puro e duro, senza fronzoli, ingannevolmente innocuo e signorilmente sovversivo, si dovrà tornare ad Antonio Rosmini con le sue Massime di perfezione cristiana del 1826-1830. Quindici pagine. Le si trova in appendice alla gradevole biografia di Rosmini pubblicata nel 2007 dal giornalista Maurizio De Paoli.
15 Commenti a “Libri in libertà”
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22 Maggio 2009 alle 9:52 pm
Mi metto gli occhiali..Dunque il furore di leggere libri tradisce una specie di fuga vacui;non avendo pensieri propri li si attira a forza nel vuoto di pensiero del proprio cervello per pensare con la testa altrui anzicchè con la propria,l’arte di NON leggere è quindi molto importante.Porsi una domanda e leggere un libro, non è sciocco?
23 Maggio 2009 alle 7:49 pm
Il furore è un cattivo maestro, in questo caso la pre messa rischia di inficiare le con seguenze. Leggere con la testa vuota è impossibile, l’azione di leggere comporta la fabbricazione del concetto o, a seconda dei casi) dell’immagine. Ed è un’operazione personale, unica. Quello che leggiamo funziona da miccia ad un processo di dimensioni molto, molto, più ampie. Le implicazioni, le associazioni, le antitesi, le digressioni. Una grande lettrice era Virginia Woolf, descrive il “meccanismo” del leggere in modo -ancora- insuperato. Accontentarsi di quegli straccetti che consideriamo, erroneamente, “pensieri nostri” e praticare il non leggere… sì, perché no, anche il contrario di intelligenza può essere libera scelta. Non ne farei una bandiera, comunque.
Porsi una domanda forse è sciocco, certo, non possiamo comporre quesiti (se non pleonastici) senza sapere di che cosa parliamo, ergo… Tuttavia sapersi porre di fronte ad una certa domanda senza ostruirla con una risposta: quella è la via dei saggi.
24 Maggio 2009 alle 7:50 am
L’uomo di fede mette alla propva il proprio credo quando si confronta con persone che non la pensano come lui, specie oggi con internet in cui si scopre che la nostra verità di fede è declassata da milioni di uomini e donne a una semplice e confutabile opinione.Questa la domanda: è inevitabile rassegnarci a un mondo in cui la fede è opinione?
24 Maggio 2009 alle 10:37 am
No, infatti, laddove la fede è un’opinione… non è fede, è pensiero o altro, comunque costruito da noi per cui: idolo. L’uomo di fede che mette alla prova il proprio credo quando si confronta con persone che non la pensano come lui è, tecnicamente parlando, un idolatra.
24 Maggio 2009 alle 2:35 pm
Vorrei però segnalare una piccola sfasatura che si è venuta a creare nel discorso. La pratica del discernimento non riguarda “l’oggetto” (Dio, p.es.) ma la valutazione della propria condizione psicologica per verificare se si stia compiendo una scelta di vita con l’atteggiamento giusto, o meno; con tutte le conseguenze a catena. (Sarebbe però impervio, oltre che fuorviante, riassumere tale pratica in un blog.)
24 Maggio 2009 alle 3:55 pm
Semiologia? Capisco. Il discernimento (l’applicazione del) è (anche) nel leggere un libro? E nel non leggerlo apposta? Non poniamo limiti al discernimento riguardo al … discernimento 🙂
24 Maggio 2009 alle 4:53 pm
Il discernimento dei Padri della Chiesa e di Ignazio di Loyola NON consiste affatto nella lettura di libri. I testi scritti servono solo per fissare le esperienze comprovate, in modo che possano tornare utili alle generazioni successive. Vedi anche “La scala del paradiso” di Giovanni Climaco, monaco del monte Sinai del VII secolo d.C.; o gli scritti dello starec russo Ignatij Briancaninov.
24 Maggio 2009 alle 5:52 pm
Peccato non poter mettere un po’ a fuoco i possibili criteri di discernimento. Vista la mia naturale propensione a perdermi nei vari bicchieri d’acqua quotidiani, ascoltare dei punti di vista su tale argomento non mi sarebbe dispiaciuto, pur fermo restando il fatto che ogni situazione richiede una risposta che non può essere standard…
Mi verrebbe da chiedere come prima cosa ( forse banale): è possibile acquisire una capacità di discernimento?
24 Maggio 2009 alle 5:58 pm
Aver chiaro un obiettivo e scegliere un metodo potrebbe essere un buon inizio
24 Maggio 2009 alle 6:40 pm
Sì, ma forse, quando riesco ad avere chiaro l’ obiettivo e ho scelto il metodo, ho già messo in opera il mio saper discernere o meno.
Quello che volevo dire ( e sicuramente non mi sono spiegata ) è che il discernimento, inteso nel senso espresso da dr, mi risulta ostico da “realizzare” soprattutto nelle scelte quotidiane dove intervengono le variabili più svariate.
24 Maggio 2009 alle 7:13 pm
In effetti Ignazio è lontano (15..).Ritengo che quando si compra un libro bisognerebbe anche “comprare” il tempo di leggerlo..Allora la filosofia risulta più pratica dell’economia producendo beni come “Dio”, “anima”,”libertà”,etc.
24 Maggio 2009 alle 7:27 pm
Ignazio è lontano ma “l’argomento” suo è molto vicino. E il tempo è gratis: fornito in quantità uguali a tutti, ogni giorno, si tratta “solo” di scegliere come usarlo. Volendo trovare un aiuto nei libri, un buon manuale del discernimento sono gli otto punti dell’Ottuplice Sentiero: tre minuti per leggerli, una vita per provarci. Quello che manca, nell’Ottuplice, si impara seduti in silenzio, lasciando il pensiero ogni volta che ci porta a spasso.
25 Maggio 2009 alle 9:36 am
La conversazione mi sta acchiappando un sacco, e sono felice che l’argomento susciti interesse. Mi spiace solo per Marta, ma se provassi a riassumere la “via” del discernimento, sarebbe come proporsi da “testimone affidabile”… sai le risate… Mi permetto di rimandare, ancora, a uno dei volumi indicati; ok, sono “solo” dei libri, ma scritti da persone che la strada l’avevano percorsa. E dal ‘500, anzi dal VII secolo a oggi, non è cambiato davvero niente.
25 Maggio 2009 alle 9:37 am
NOTA: quei libri contengono all’inizio espressioni atte a “spaventare” chi è poco motivato a proseguire.
25 Maggio 2009 alle 3:45 pm
Cercherò di non lasciarmi spaventare. Grazie Ciao