Settembre 2006


Avevamo segnalato qualche tempo fa nell’articolo Prove di dittatura informatica i pericoli che il DRM (Digital Right Management) nasconde.

Punto Informatico segnala che il 3 ottobre è stato scelto come “giorno della liberazione dal DRM”, su iniziativa della Defective by Design (DBD), giorno in cui fioriranno le iniziative di sensibilizzazione verso l’opinione pubblica, per mettere finalmente le carte in tavola, perchè ciascuno sappia. Potrebbe quasi essere definito in “giorno del risveglio”. Ci auguriamo.

La fervida creatività degli attivisti che si battono contro la proliferazione dei lucchetti digitali annuncia la mobilitazione annuale. La speranza è che si traduca nel giorno dell’indipendenza digitale

L’articolo nella sua versione integrale si trova su Punto Informatico.

Da venerdì 15 a domenica 17 settembre Modena, Carpi e Sassuolo propongono lezioni magistrali, mostre, concerti, film, giochi e cene filosofiche

manifestop.jpg

Il confine sempre più fragile tra uomo e animale, la nuova e problematica frontiera tra naturale e artificiale e il rapporto tra esseri umani e altri esseri viventi sono al centro del sesto Festival filosofia, in programma dal 15 al 17 settembre a Modena, Carpi e Sassuolo (informazioni al numero 059 421210).L’iniziativa, che si svolge sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, è dei tre Comuni, della Regione, della Provincia, della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e della Fondazione San Carlo, che cura il programma, e con il sostegno di associazioni e aziende private.

La manifestazione – che lo scorso anno ha registrato oltre 100 mila presenze e che nelle edizioni precedenti si è occupata di felicità, bellezza, vita, mondo e sensi – affronta quest’anno il tema dell’umanità attraverso lezioni di grandi maestri del pensiero contemporaneo – tra gli ospiti anche Descola, Latour, Todorov, Sahlins, Severino, Natoli, Muraro e Bodei – mostre, spettacoli, film, concerti, letture, giochi e iniziative per bambini. Gli appuntamenti sono oltre 180 e sono quasi tutti gratuiti.

Rischiara quel viso

Distendi lo sguardo

Schianterò il mio cuore accaldato

Sul tuo scudo di amianto.

Se d’Inferno mi danno

Che importa

Se perdessi anche l’ultimo

Istante d’orgoglio,

Sarei infine quel nulla

Senza uno scopo.

27 – 08 – 06 h. 14,20

(Grazie al M° Yushin Marassi per i suoi preziosi consigli. s.c.)

di Bernardo Valli

Da la Repubblica del 5 settembre 2006

Per ottenere una vera pace è indispensabile estirpare i principali motivi che l´hanno a lungo impedita.

La stampa israeliana funziona spesso da sveglia. Nel corso di avvenimenti che agitano trippe e cervelli, guerre o intifada, nei momenti in cui hai l´impressione che le idee si appannino e si smarriscano nella faziosità, su alcuni quotidiani di Gerusalemme e di Tel Aviv puoi trovare analisi lucide, dissacranti, anticonformiste, che riconducono alla ragione e quindi alla realtà. È una delle principali virtù di una società democratica puntualmente messa alla prova dalle passioni. Nelle ultime ore, grazie ai colleghi israeliani, mi sono reso conto che avevamo dimenticato la questione palestinese.

Prima presi dal conflitto in Libano, e poi dalle sue immediate conseguenze, impegnati come eravamo a seguire le grandi trame diplomatiche, a Damasco, a Teheran, nelle capitali occidentali, avevamo perso di vista il dramma all´origine, magari come pretesto, di (quasi) tutti i drammi mediorientali: appunto la questione palestinese. La quale, se non verrà risolta o seriamente affrontata, renderà vani i tentativi di ridisegnare, in positivo, la mappa politica mediorientale.

(altro…)

Assurdo:

anche un semplice seme di ortaggio tradizionale e contadino, solo perché non registrato, diventa un seme proibito!

Ciao!

Come stai? Io che abito in campagna vivo stupendamente e sono ogni giorno più contento della mia scelta.

Il diventare “contadino” mi ha fatto scoprire alcune realtà che prima da “cittadino” non sospettavo nemmeno e non mi toccavano. Adesso sono più consapevole di tante persone e cerco con le forze che ho a disposizione di portare un cambiamento necessario ad alcune cose. Ciò richiede la consapevolezza, l’impegno e la partecipazione anche di tante altre persone. Io sono solo un granello di terra in un campo, ma insieme a tanti altri possiamo formare un campo.

Ti chiedo di essere un granello di questo campo e di partecipare ad una semplicissima petizione. Nulla di impegnativo.

Lo sai che:

  • i contadini NON possono più scambiarsi fra di loro sementi e piante?
  • i contadini NON possono seminare se non le sementi ammesse per decreto?
  • che i semi degli ortaggi di qualità ibrida F1 (quasi tutti prodotti dalle multinazionali) non si possono riseminare se non penalizzando fortemente la possibilità di raccolto?
  • che le antiche varietà tradizionali (che non pagano royalties a nessuno) vanno gradualmente a perdersi, perché cancellate dai registri europei e allora diventano proibite per la semina e sono destinate alla probabile estinzione?

(altro…)

di Andrea Maselli – Computer Idea n.171 – 30 agosto 2006

laptop.jpg

Forse i miei lettori più attenti ricorderanno la vicenda del “computer a manovella” destinato ai bambini del Terzo Mondo. Si tratta del famigerato progetto One Laptop Per Child, nato sulla scorta di un “sogno da peperonata” di Nicholas Negroponte, il guru del MIT di Boston, avente l’obiettivo di superare il digital divide nelle zone più povere del mondo. Nonostante la sua palese insensatezza, il progetto è andato avanti, ha strappato l’egida dell’ONU (che notoriamente non ha cose più importanti da fare e, comunque, fa sempre la scelta giusta) e già il mese prossimo potrebbe cominciare la produzione in massa del “portatilino” da 140 dollari. Passa quindi dal “delirio ai fatti” una controversa operazione che, come ho già avuto occasione di sostenere su queste pagine, mostra più il tratto dell’iniziativa commerciale e della celebrazione di un folle amor proprio, piuttosto che i caratteri umanitari che qualcuno vorrebbe cucirgli addosso.

(altro…)

Quella che segue è la versione scritta dell’intervento di Giuseppe Jiso Forzani al convegno interculturale sul tema “La religione nell’era della tecnica” svoltosi, in occasione del Vesak[1], a Torino, venerdì 12 maggio 2006.

Nel poco tempo che ho a disposizione, sia perché siamo in ritardo con il programma sia perché devo necessariamente prendere un treno che non mi aspetta, cercherò di mettere in risalto due questioni che mi sembrano oggi particolarmente rilevanti in relazione alla realtà del buddismo in Italia. Mi scuso per l’approssimazione che la sintesi porta inevitabilmente con sé, ma credo che, dopo le esaurienti relazioni che abbiamo ascoltato finora, un intervento breve non sarà sgradito al pubblico.

bbw.jpg

La celebrazione del Vesak in Italia è un’occasione di incontro, tanto delle diverse tradizioni buddiste presenti nel nostro Paese fra di loro, quanto con la cultura e la religiosità storicamente predominanti in Italia e costitutive della sensibilità più diffusa. Vorrei sottolineare questo aspetto, perché mi pare vada posto in risalto, più di quello relativo alla celebrazione di una festività buddista. E’ infatti opinabile che i buddisti abbiano festività da celebrare: quando ciò accade nei paesi dove il buddismo è religione popolare, succede più che altro in omaggio alla cultura e al folklore indigeni, per venire incontro a sentimenti devozionali e alla ciclicità di scansioni temporali ricorrenti: tutte cose comprensibili e legittime, ma che non hanno direttamente a che fare con il buddismo che, in omaggio all’indicazione di Śākyamuni Buddha, raccolta da tutte le tradizioni posteriori, di non considerarlo mai un oggetto di culto e di fede, non ha nessuna ricorrenza da celebrare o di cui far memoria in riferimento al “fondatore”. Inoltre, il Vesak in quanto festa ricorrente celebrativa non è universalmente riconosciuto nei paesi dove il buddismo è quantitativamente significativo: in Giappone, il paese dove il buddismo mahāyāna ha la maggiore diffusione percentuale al mondo, il Vesak è festività sconosciuta. A livello popolare ci sono celebrazioni della nascita e della morte (entrata nel nirvana) di Buddha, ma in date separate, mentre nei monasteri si ricorda il Risveglio in un’altra data ancora: la festività dei tre momenti raggruppati in un’unica data celebrativa è ignota alla tradizione buddista giapponese.

(altro…)

« Pagina precedentePagina successiva »