Generali


Una scheda su un testo del quarto secolo arricchisce la pagina di Cultura cristiana della Bibliografia commentata.

Ilario di Poitiers, Commento al Salmo 118, Milano, Paoline, 2007.
Ci sono libri che insegnano di più con l’atmosfera che creano, che con le singole parole che contengono.

10189

È il caso di questo Commento al Salmo 118 di Ilario di Poitiers, scritto dal vescovo gallico dopo il 360 d.C.

I Padri della Chiesa non avevano l’ossessione di essere originali a ogni costo, e per questo riuscivano a esserlo in modo sottile. Anche Ilario in quest’opera raccoglie a piene mani dalla cultura classica e cristiana precedente, da Cicerone a Origene; quanto c’è di più valido è però il clima di spiritualità che accompagna la lettura. (altro…)

Prosegue il lavoro di espansione di Wikipedia, la libera enciclopedia on line a cui tutti possono portare il loro contributo.

Questa volta è stata compilata la voce François Abert Viallet.

Ne siamo particolarmente lieti perché François,

10186

come amichevolmente si faceva chiamare, è stato per la Stella il vero punto d’inizio. Quando eravamo giovani -e un poco scapestrati- in quel di Torino ci prese sul serio, condusse la sua vita in modo che la nostra potesse essere a poco a poco trasformata dallo zazen. Trasformata al punto da trasferirci in Giappone, ad Antaiji e poi tutto quanto, sino ad oggi.

Lo schizzo che pubblichiamo è una caricatura di François, Soji Enku roshi, realizzata da un amico proprio in quei tempi.

Siamo lieti di annunciare che Martedì 20 novembre, la Facoltà di Sociologia de l’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” conferirà a monsignor Gianfranco Ravasi la laurea ad honorem in

Università di Urbino

Antropologia ed Epistemologia delle Religioni.

Monsignor Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, terrà una lectio magistralis su “La Bibbia come grande codice della cultura occidentale”.
Due anni or sono la laurea in Antropologia ed Epistemologia delle Religioni è stata conferita a Raimon Panikkar.

Ecco la locandina.pdf

Per la penna di CR, ecco il consueto aggiornamento de All’ombra del Partenone.

Trattasi di Socrate, nel ramo occidentale della famiglia il parente più prossimo allo zen grazie a una qualche affinità con ambedue i genitori del rampollo sino-giapponese: buddismo e daoismo.

Socrate, chi era costui?

Il filosofo il cui nome è conosciuto anche fuori dall’ambito dei cultori del mondo greco, è il medesimo che da quello stesso mondo non ha voluto lasciarci nessuna testimonianza autografa della sua attività, dei suoi metodi, dei suoi propositi: infatti – lo ricaviamo dalle testimonianze -, certo che ognuno abbia in sé la verità e che possa conoscerla non dalle parole di altri ma solo indagandola in sé,

(altro…)

Per la penna di Cibì pubblichiamo la recensione di un libro curioso: Gli angeli di Natale

Festa di non-compleanno

“Oddìo no il natale no!” penserà il buddista italiano, che sperava di essersi liberato – se non dal dolore – almeno dalla montagna di pia chincaglieria che gli è stata riversata addosso fin dall’infanzia.

10126

Ma poi, in fondo, perché “no”? Perché, invece, non prendere quel materiale e rivoltarlo come un guanto ma con il più innocente dei sorrisi sulla faccia, senza farlo apparire, con l’ilarità di un dadaista o il gusto di Paul Feyerabend per le contro-norme?
Ecco come si potrebbe leggere il libro Gli angeli di Natale,

(altro…)

Si è spento Enzo Biagi, un attimo di raccoglimento per un grande uomo.

L
a pagina Approfondimenti della Bibliografia commentata si arricchisce di una nuova scheda, sempre per mano di GI, un testo che avrebbe potuto figurare tra i libri del Dialogo inter-religioso se l’accenno che vi si dedica allo zen -ed allo yoga- lasciasse qualche spazio al dialogo.

* Carlo Maria Martini, Non sprecate parole. Esercizi spirituali con il Padre nostro, Ed. Portalupi, 2005, P. 184, € 18.

7309

Si può insegnare una preghiera?

Vorrei iniziare con questa domanda la scheda al libro del cardinal Martini.
Il titolo del testo è particolarmente interessante: non sprecate parole.

Una preghiera, come ogni altra pratica religiosa, se diventa un feticcio, una ripetizione meccanica senza alcun pathos delle parole che qualcun altro ci ha insegnato, perde di senso e diventa un’altra cosa.

Questo punto è centrale nel testo ed attorno al senso profondo del pregare esso si sviluppa.

(altro…)

« Pagina precedentePagina successiva »