Generali


L‘amico Cibì ci invia un suo elzeviro che vi proponiamo immantinente

Il triello

Il Maestro, attorniato dai suoi discepoli all’ombra di un grande albero di fico, stava appunto allora dicendo: “Tutto è impermanenza, perciò è dolore”. La brezza soffiava dolcemente tra le foglie dell’albero, mormorando assensi che facevano eco alla interiore gratitudine dei discepoli per la verità profonda che li aveva pervasi.
Ma quell’eco non si era ancora spento nei cuori dei discepoli – e del Maestro stesso – che venne interrotto da un grido lacerante, come di un’aquila che ghermisca un agnello e ne sbatacchi il vello sanguinante tra gli artigli.

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Dr ci manda una scheda su un testo che possiamo definire paradigmatico sul dialogo inter-religioso.

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Penso che l’esperienza di una persona allevata in un certo ambiente religioso che da adulta scelga di trasformare interiormente la propria vita seguendo un’altra via religiosa, sia l’elemento più solido di quello che si intende con “dialogo”. Il quale diventa un fatto inevitabile, per non essere spaccati, in conflitto con una parte di noi che è noi e lo sarà sempre.

Claire Ly, Ritorno in Cambogia, Paoline, Milano 2008

Il dialogo interreligioso va da Ly a Ly

Il libro che ha reso celebre Claire Ly è Tornata dall’inferno, racconto della sua vita tra la Cambogia e la Francia, Paese in cui è riuscita a rifugiarsi dopo l’avvento al potere dei Khmer rossi che le hanno ucciso il padre, i fratelli, il marito. In questo nuovo volume l’autrice trova finalmente il coraggio di visitare la sua patria di origine, vincendo l’orrore che le è rimasto inciso nella memoria. Non è solo il punto di incrocio tra due momenti di vita o due culture, ma anche tra due religioni: nel frattempo infatti Claire Ly ha abbracciato il cristianesimo, e si ritrova a fare i conti con la buddista che conserva dentro di sé.

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Pare scontato, nelle parole di quasi tutti i politici, che l’obiettivo da perseguire sia quello della crescita del PIL. Una sorta di nuova religione laica che pare aver contagiato il mondo. Eppure proprio dalla fonte principale di quella dottrina, ben 40 anni or sono vi fu un avvertimento:

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“Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni.
Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto nazionale lordo (PIL).
Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.
Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini.

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Il nuovo video musicale

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di Butchlazy, Running hills, un lasciar correre la fantasia, assieme alle colline

… Un popolo pacifico, con una propria lingua e cultura – intesa come modo di porsi di fronte agli eventi della vita quotidiana e alle attese ideali – con una religione intrinsecamente nonviolenta, subisce da decenni aggressioni di ogni tipo, le più pericolose delle quali sono quelli interiori e morali: il fatto che periodicamente folle di giovani e meno giovani, di monaci e di civili si ribellino con proteste prive di qualsiasi possibilità di successo…

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Il blog di Protonutrizione segnala un interessante articolo di Enzo Bianchi sulla situazione tibetana. Come già a proposito dei monaci birmani, il priore di Bose esprime un punto di visto originale e “religioso” su una vicenda nel quale la politica pare incapace di assumere posizioni responsabili e chiare. A parte la recente presa di posizione di Nancy Pelosi, presidente della Camera dei Rappresentanti degli USA. Di cui attendiamo con attenzione gli sviluppi, per capire se è solo una risposta (per ammorbidire la posizione americana di fronte al mondo) alla dichiarazione di Bush che intende partecipare di persona all’inaugurazione delle Olimpiadi cinesi, oppure se è un’onesta assunzione di responsabilità.
Qui trovate l’articolo completo di Enzo Bianchi

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La sera di mercoledì 19, Jiso Forzani sarà ospite della trasmissione di Gad Lerner L’Infedele, in onda su La7 alle 21,10.

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Il titolo della trasmissione sarà: “Ma tu ci credi che Gesù è risorto? Il tema dell’incredulità assai diffusa fra gli stessi cristiani intorno al miracolo pasquale della risurrezione corporale di Gesù. Partecipano: Vito Mancuso; Ernesto Galli della Loggia; don Giovanni Nicolini; Paolo Flores d’Arcais; il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni; lo storico Adriano Prosperi; la teologa Maria Poggi Johnson; il monaco buddista Jiso Forzani.”
Si parlerà anche del Tibet? Sempre mercoledì sera, alle ore 20 alla Basilica di Superga sulla collina torinese, vi sarà un incontro interreligioso con meditazione, preghiera e riflessione a sostegno dei monaci dei monasteri tibetani.

Benvenuta tristezza, compagna fedele,
Finalmente
Ora trovo la pace fra queste macerie.
Nello sfinito silenzio
Mi stendo in questo languore,

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Dopo tanto opprimente tormento
Come dopo uno stremante parto
Mi abbandono spossato
Ad una sonnolenza
Lieve
Come la carezza di un vento.

sc
15 03 08, h. 12.01

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