Generali


Insolitamente esta página del blog comienza en español. El motivo es que se trata de la presentación de un texto en español: la traducción a cargo de Roberto Poveda del último libro publicado por nosotros: La Via Libera. Quizás no todos los que frecuentan el blog sepan que tenemos un cierto número de lectores en

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lengua española. En España, por supuesto, pero no únicamente, nos siguen también en Argentina, Chile (por ejemplo aquí y aquí), Colombia, Méjico, Venezuela y otros paises hispanoparlantes. Gracias al trabajo de Roberto podemos ofrecer un buen número de artículos en esta lengua.
El español es la lengua más difundida en el mundo después del chino, hablado por cerca de 450 millones de personas es lengua oficial en 21 paises de Europa, de América Latina y Africa.
Aquí podéis descargar en formato pdf la parte relativa a la ética budista del libro La Via Libre.

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Insolitamente questa pagina del blog inizia in spagnolo. Il motivo è che si tratta della presentazione di un testo in spagnolo: la traduzione, ad opera di Roberto Poveda, dell’ultimo libro da noi pubblicato: La Via Libera. Forse non tutti i frequentatori del blog sanno che abbiamo un certo numero di lettori in lingua spagnola, naturalmente alcuni sono in Spagna, ma non solo: ci seguono anche in Argentina, Chile (per esempio qui e qui), Colombia, Messico, Venezuela ed altri Paesi di lingua spagnola.
Grazie al lavoro di Roberto, possiamo fornire un buon numero di articoli in quella lingua.
Lo spagnolo (soprattutto nella forma detta Castigliano, o Castellano) è la lingua più diffusa al mondo dopo il cinese: parlata da circa 450 milioni di persone, è lingua ufficiale in 21 Paesi dell’Europa, dell’America Latina e dell’Africa.
Qui potete scaricare in formato pdf la parte relativa all’etica buddista del libro La Via Libera, in spagnolo

Quello che doveva essere detto è stato detto, e così pure il resto temo, per cui ora è bene quietare, almeno per un poco.
La presentazione del libro (di cui al post precedente), è “andata bene” sia dal punto di vista qualitativo -raro trovare un’assemblea più attenta e competente- che dal punto di vista quantitativo,

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anche se non tutti hanno trovato posto a sedere: ci scusiamo con loro per il numero insufficiente delle seggiole.
Oltre agli ospiti annunciati, altri ci hanno onorato della loro presenza: ringraziamo tutti allo stesso modo, quelli più noti e quelli meno, la fatica di esserci è stata uguale.
Potete scaricare qui, in pdf, il testo del mio intervento. Qui, invece, il video:

Presentazione del Libro “La Via Libera” di M.Y.Marassi from Pierfrancesco Marsiaj on Vimeo.

Come sapete l’ultimo testo pubblicato dalla Stella, La Via Libera, ha avuto un’accoglienza positiva da parte dei lettori. Mancava quella che, nelle forme ufficiali dell’editoria, viene detta “presentazione”. Bene, fra poco non mancherà più: mercoledì 25 settembre, alle ore 19,00,  a Milano,  in via

copertina La Via Libera

Statuto 13 (corte interna), presso la galleria d’arte contemporanea Statuto13, presenteremo il libro.
Saremo ospitati durante la mostra Trascendenza dell’artista Claudio Secchi.
Vi sarà un’introduzione da parte di Patrizia Gioia della fondazione Arbor, e di Massimiliano Bisazza, direttore della galleria. Poi, gli autori illustreranno gli intenti e il contenuto dell’opera ed infine vi potrà essere uno scambio, o dialogo, con il pubblico presente.

Ringraziamo:
Patrizia Gioia, per l’organizzazione.
Massimiliano Bisazza, per l’ospitalità nella sua galleria.
Claudio Secchi, per l’ospitalità nella sua mostra.

Qui trovate, in pdf, l’invito alla presentazione

Anche questa volta offro alla vostra attenzione un breve scritto, un articolo. Affatto diverso dal precedente nell’autore, nell’argomento e nello spirito sotteso allo scrivere. L’autrice, Maria Alessandra, giovane dottoranda in antropologia delle religioni presso l’Università di Aix en Provence, è specializzata nelle indagini sulle trasformazioni, sociali e personali, degli occidentali nel momento in cui abbracciano una religione orientale, in particolare il buddismo Vajrayana. Il contenuto di questo scritto

Il martirio di Paolo

Il martirio di Paolo

è una breve, scorrevole riflessione sul pensiero di Paolo di Tarso. Lo spirito che l’accompagna è un poco titubante, la timidezza di chi sa che sta affrontando un tema grande, importante e teme che le sue capacità possano non essere all’altezza.
Ecco a voi Paolo di Tarso, by Maria Alessandra.

PS: a chi volesse approfondire lo studio paolino da un punto di vista storico archeologico segnaliamo che è uscito di recente Paolo di Tarso, sulle tracce archeologiche dell’Apostolo, un testo rigoroso e minuzioso ad opera dell’antropologo tedesco Michael Hesemann, impreziosito dalla traduzione italiana curata da un collaboratore del blog della Stella.

Offriamo al gentile pubblico di questo blog uno scritto inedito, ad opera di aa, autore che già conosciamo grazie ad altre opere qui pubblicate in precedenza. L’ho, un poco pomposamente, definito “letteratura zen” perché penso questo potrebbe essere uno dei filoni nei quali si svilupperà tale letteratura. È, fondamentalmente, una forma di riappropriazione. Come molti sanno (cfr. La Via Libera, p. 59 n. 11 e Il Buddismo Mahayana attraverso i luoghi, i tempi e le culture. L’India e cenni sul Tibet, p. 209 s. n. 5 e 6) lo stile di scrittura ora noto come

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stream of consciousness reso famoso da Svevo, Joyce e Virginia Woolf, giunse nella letteratura occidentale via Freud e Jung grazie agli studi indologici di William James che “scoprì”, soprattutto -ma non solo- negli scritti Yogacara, idee quali “sé”, “flusso di coscienza”, “inconscio collettivo” et alia. Inutile dire che giungendo tra le mani di persone che trattarono tali idee come fossero nomi di enti o, addirittura, parti della mente, il senso profondo e l’uso fenomenologico di tali elementi furono completamente stravolti. A parte l’uso, del tutto legittimo, che ne fecero i tre autori citati.
Quando e se l’Occidente avrà praticanti buddisti in grado di maneggiare tali strumenti nella loro corretta dimensione e di scriverne ecco… forse nascerà uno dei filoni della letteratura zen.
Nel frattempo ecco a voi, in pdf, Lo specchio.

Buongiorno,
La distribuzione del libro La via libera. Etica buddista, etica occidentale di cui avevamo annunciato l’uscita all’inizio del mese di marzo, ha avuto un buon successo: il libro è stato distribuito in 211 copie, di cui circa 30 gratuitamente.

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A fronte di una spesa di 2.214€, comprensiva di impaginazione, redazione, stampa e spedizione abbiamo ricevuto donazioni pari a 2.210€.
Significa che la somma impiegata è ricostituita e pronta ad essere utilizzata per un’altra operazione editoriale.
Ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito con le loro donazioni a far sì che questo risultato potesse essere raggiunto.
D’ora in poi e sino ad esaurimento delle copie stampate, il libro verrà distribuito gratuitamente, a fronte delle sole spese di spedizione.
Se desiderate riceverlo scrivete a serviziolastelladelmattino.org

Il 17 gennaio di quest’anno è stata pubblicata sulla gazzetta ufficiale l’intesa o concordato tra l’UBI e lo stato italiano. Nel 1929 furono stipulati i Patti Lateranensi all’interno dei quali era contenuto il Concordato che definiva le relazioni civili e religiose tra chiesa  cattolica  e  stato  italiano.  Fu  così  che  quando  venne  redatta  la

Costituzione repubblicana, l’art. 8 divenne: “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze“. Ovvero, poiché vi era già un’intesa con la chiesa cattolica, per evitare discriminazioni si riconobbe facoltà alle altre religioni di fare altrettanto. Si diede per scontato che anche “le confessioni religiose diverse dalla cattolica” avessero una chiesa completamente identificata con la religione, in grado cioè di arrogarsi il diritto di stipulare l’intesa con lo stato a nome di tutti coloro che si sentono parte di quella religione. Nel 1985, fu fondata l’Unione Buddista Italiana il cui statuto indica (art. 4) tra gli scopi, oltre alla diffusione del buddismo, quello di “riunire ed assistere i diversi gruppi buddhisti italiani”. Su questa base l’UBI dopo lunga trattativa ha stipulato con lo stato italiano un’intesa/concordato a nome di tutti i buddisti italiani. Proprio come se fosse l’organo rappresentativo, o la chiesa, anche di quei buddisti (tra gli altri: la Stella del Mattino) che non riconoscono l’UBI come loro rappresentante. L’intesa con l’UBI sostituisce anche le leggi del 1929 e 1930 sui “culti ammessi” ed inoltre permette agli iscritti all’UBI di ricevere il cosiddetto otto per mille.
Sul tappeto vi sono alcuni temi sensibili. Il più evidente dei quali è il fatto che i diritti che lo Stato riconosce sono volti all’UBI ed ai suoi aderenti come se fossero “tutti i buddisti”, lasciando gli altri senza diritto o tutela (cfr. Art. 3.1 e 3.2, art. 4.1 e 4.2, art. 5.1, 5.3 e 5.5, ecc.). In particolare invito a considerare il senso dell’art. 12.1, 12.2 e 12.5. e (incredibile!) art. 14.3 e 14.4.
Jiso Forzani ha scritto una lettera aperta ai membri del Consiglio dell’UBI, lettera che condivido e che sottopongo alla vostra attenzione.

Lettera aperta ai dirigenti, ai direttori dei centri, ai membri dell’Unione Buddhista Italiana


Care amiche, cari amici,
Mi rallegro insieme a voi per la conclusione positiva del lungo e complesso iter che ha finalmente condotto alla ratifica dell’Intesa con lo Stato italiano. E’ una novità importante

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