Buongiorno,
Dopo il recente post di presentazione per sollecitare una vostra opinione, abbiamo ricevuto numerosi incoraggiamenti ed un numero insperato di prenotazioni. Così abbiamo deciso di lanciarci in una nuova impresa producendo un certo numero di cofanetti composti dalla nuova edizione dei due volumi de Il Buddismo mahāyāna attraverso i luoghi, i tempi e le culture, ovvero quello sull’India e il Tibet e quello sulla Cina. Uso il termine “cofanetto”, in realtà i due volumi sono semplicemente cellofanati assieme …

Il lavoro è venuto molto bene, sia perché i redattori della Stella hanno lavorato bene sia perché il tipografo da noi utilizzato è lo stesso che si occupa della stampa dei libri delle maggiori case editrici italiane. Come le altre volte, la coppia di volumi, alias: cofanetto, non è in vendita ma, con il vostro aiuto, vorremmo recuperare quanto speso per la stampa così da poter fornire, in futuro, lo stesso servizio con il prossimo libro, che è già in lavorazione. Se desiderate ricevere il cofanetto, gratuitamente o a fronte di una donazione, scrivete a servizio@lastelladelmattino.org chiedendo istruzioni.

Giangiorgio Pasqualotto, che da ieri 7 ottobre non è più con noi, è uno dei pochi filosofi italiani, forse il primo, ad aver aperto la mente, indirizzato gli studi e intrecciato la pratica filosofica con apporti decisivi del pensiero Orientale, dove l’arte, la filosofia, la religione, i suoi territori amati, non sono ambiti separati da netti confini di pertinenza ma elementi di un unico vivace panorama.

Professore ordinario di Estetica all’Università di Padova, quindi di Storia della Filosofia e Storia della Filosofia Buddhista (una cattedra più unica che rara nel panorama accademico italiano) ha concepito l’insegnamento come una manifestazione di amicizia intellettuale circolare, fra insegnante e allievi, nel rispetto dei ruoli e della comune passione. Ne fa fede l’Alfabeto filosofico (Venezia 2018) che, nato da lezioni e conversazioni con gli studenti, propone un accostamento alla filosofia non tanto tramite lo studio di pensieri altrui quanto fornendo spunti e punti di riferimento intellettuali a pensare in proprio. Fra le sue numerose pubblicazioni Illuminismo e illuminazione (Venezia 1997) accosta alcuni temi forti del pensiero filosofico Occidentale ai punti cardinali dell’insegnamento tradizionale del Buddha; mentre Taccuino giapponese (Udine 2002) è un vivido diario di viaggio fra templi, estetica raffinata, echi zen e natura giapponese. Fra i fondatori dell’associazione Maitreya di Venezia per lo studio della cultura buddhista e presidente della Scuola Superiore di Filosofia orientale e comparativa di Rimini, Giangiorgio Pasqualotto è stato un pioniere gentile, amico sincero e partecipe del nascente movimento buddista italiano, armato solo di coraggio intellettuale, laica simpatia e senso della misura.

Buongiorno,
Come forse qualcuno si sarà accorto, nella pagina Libronline abbiamo appena pubblicato (ed è liberamente scaricabile in pdf) la seconda edizione, ampiamente rivista, de Il Buddismo mahāyāna attraverso i luoghi, i tempi e le culture. La Cina. Oltre agli aggiornamenti, il testo -che ammonta ora a 514 pp, circa 100 in più della prima edizione- è fornito di un nuovo indice dei termini e dei nomi ed uno delle opere e delle raccolte.

È il risultato di un lavoro durato alcuni anni che, grazie alla collaborazione di più persone, ha portato a un risultato di buona qualità sia nella forma che nel contenuto. In considerazione di ciò e dell’altrettanto buona qualità della seconda edizione de Il Buddismo mahayana attraverso i luoghi, i tempi e le culture. L’India e cenni sul Tibet, messa on line in formato pdf ed ebook due anni e mezzo or sono, stiamo valutando l’opportunità di pubblicare su carta ambedue i volumi assieme. Per capire se questa iniziativa possa avere senso per i nostri lettori (il “Mahayana in India e Tibet” è stato scaricato -ad oggi- più di 600 volte) ci sarebbe d’aiuto avere qualche opinione da parte vostra. Ancora non sappiamo con precisione quali saranno i costi di stampa (ovviamente variano a seconda del numero di copie) ma penso si possa supporre che (sino al recupero delle spese, poi invieremo gratuitamente, come sempre) potremmo distribuire la coppia di libri (900 pp in tutto) in cambio di una donazione di circa 25 euri, spedizione compresa. Se cortesemente ci date un riscontro potremo immaginare … in quale guaio ci stiamo infilando 🙂

Potete scrivere un commento in questo post, sulla p. Facebook della Stella del Mattino, oppure a servizio@lastelladelmattino.org. Grazie.

Il professor Raniero Gnoli si è spento a Roma il 05 maggio 2025, all’età di 95 anni.
È stato definito orientalista, storico, indologo, antichista e viaggiatore; allievo di Giuseppe Tucci, che incontrò nel percorso di studi alla Sapienza Università di Roma e che lo indirizzò allo studio delle scuole śivaite del Kashmir. Da questa dedizione nacque l’unica traduzione al mondo, in lingua occidentale, dell’intera opera del filosofo indiano Abhinavagupta, il Tantrāloka (Luce delle scritture, UTET, 1972).
Mentre i suoi primi lavori furono orientati al campo dell’estetica, The Aesthetic Experience According to Abhinavagupta (Serie Orientale Roma, vol. 11, IsMEO, Roma 1956) è ancora considerato un contributo essenziale, a partire dagli anni Sessanta iniziò a interessarsi al buddhismo avviando la traduzione e il commento di alcuni importanti testi come il capitolo Svārthānumāna del Pramāṇavārttika di Dharmakīrti (Serie Orientale Roma, IsMEO, vol. 23, Roma 1960) e più recentemente i due volumi dei Meridiani dedicati alla Rivelazione del Buddha (Arnoldo Mondadori, Milano 2001 e 2004), opere curate con il contributo di allievi e colleghi. Due volumi di ampio respiro che raccolgono numerose nuove traduzioni originali di testi sia del buddismo antico sia del cosiddetto Grande Veicolo.
È stato professore ordinario di Indologia presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza dal 1964 al 2000, nonché decano della “Facoltà di Studi Orientali” nella medesima università.
Di diverso ambito e parimenti di alto valore è l’opera Marmora Romana (1971), frutto della sua passione per le pietre e i marmi trovati e cercati tra Roma, il Medio Oriente e l’Africa settentrionale, testo recentemente ristampato per la Nave di Teseo.

El

Lo ricordiamo con gratitudine per i testi che senza di lui non avremmo conosciuto.

I più attenti si saranno accorti che ci sono alcuni cambiamenti su questo sito web. Per es. c’è una pagina nuova, dal titolo Nuovo futuro, nella quale sono e saranno raccolti gli scritti di coloro che -entrati nella struttura della Stella nei decenni passati- sono quasi pronti a prendere il posto degli anziani che hanno fondato la Stella. È una sorta di upgrade, un passo nel futuro: non più (solo) settanta ottantenni come Paolo, Carlo, Jisō e me, ma anche trenta quarantenni come Federico, già noto in questo blog come Fago, da alcuni anni autore dei fumetti di BuddaZot; Christian (pseudonimo: Ch) che curerà d’ora in poi la pubblicazione e la ristrutturazione del Blog; Eleonora, detta anche El, attenta curatrice degli indici delle pubblicazioni della Stella; Alessandro (vulgo: AdO) già curatore della pagina Videospigolature di questo blog; Maurizio (anche noto come M), caporedattore e curatore di tutte le nuove pubblicazioni della Stella e delle sue riedizioni.

Un processo iniziato da molto tempo che comincia ora a manifestarsi. Nel frattempo, grazie alle cure di Ch, il blog sta già cambiando: alcuni nomi di persone che hanno preso altre strade scompariranno dalla Redazione, molte pagine finiranno nell’archivio, altre saranno accorpate.

Se volete, se avete suggerimenti, potete scrivere un commento, o una mail. Grazie. mym

Alcuni giorni addietro, l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama parlando con gli studenti di una Università di New York ha detto: “Sta a tutti noi risolvere la situazione. Non sarà perché qualcuno verrà a salvarci. È stato facile per la maggior parte delle nostre vite dire di essere progressisti o dire di essere a favore della giustizia sociale. Ora siamo in uno di quei momenti in cui, sai cosa, non basta dire di essere a favore di qualcosa, potresti effettivamente dover fare qualcosa.”

Un poco Obama mi è simpatico, ma non è a causa del suo autore che la frase mi ha colpito. Sta “succedendo qualche cosa”, molti fattori convergenti si sono uniti determinando in modo significativo le sorti del mondo forse per un lungo o un lunghissimo periodo. È sempre successo, si dirà, ma questa volta dietro alle quinte c’è una potenza che mai prima d’ora. Penso che ciascuno di noi sia in grado di fare qualche cosa, almeno per renderci conto e far render conto di che cosa accade. Ecco il perché di questo post. Un piccolo contributo: il Corriere della Sera on line sta pubblicando degli articoli che, imho, vanno nella direzione della chiarezza che auspico. Volendo, uno di questi articoli, con i link per leggere anche gli altri, lo trovate qui in pdf.

Erano i primi anni settanta e il dojo di Torino aveva già una fisionomia e, un poco, di fama. Mario veniva saltuariamente al dojo, da Biella, all’epoca città pochissimo servita dai mezzi pubblici, un ragazzone gentile, delicato e buono, in un’epoca in cui pareva che lo zen dovesse essere aggressivo … Divenuto discepolo di Viallet, nel 1978 partecipò al primo viaggio in Giappone con tre praticanti del dojo di Torino e di quello di Viganego, la nuova realtà appena nata sulle montagne di Genova.  Fu così tra i primi italiani ad incontrare Uchiyama Kosho roshi e a visitare il nuovo monastero di Antaiji, quello fondato da Watanabe roshi. L’esperienza ad Antaiji gli cambiò la vita. Tornato in Italia, in una valle del biellese, valle Cervo, ristrutturò due baite e scelse un luogo adatto, località Piaro, per costruirne una terza interamente in pietra, con le sue sole mani. Finito il lavoro preparò il terreno circostante e aiutato da Elena, sua moglie, iniziò una coltivazione biologica di mirtilli. Ha continuato a praticare e studiare lo zen fino ai suoi ultimi giorni. Il kyosaku del dojo di Torino, suo dono, è stato fabbricato da lui.
Mario era una persona forte e generosa e ci ha lasciati.

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