Sab, 9 Gen 2010
Noi non viviamo a Rosarno. E proprio perché non viviamo a Rosarno siamo legittimati a parlare di Rosarno e degli schiavi di Rosarno, che lì sono tenuti in schiavitù. Siamo legittimati a parlarne perché non abbiamo l’alibi delle problematiche quotidiane, delle puzze, delle pisciate, della negritudine che disturba l’omertosa consuetudine, perché non siamo noi a usare quei neri come schiavi per il nostro tornaconto, salvo poi schifare per la merda in cui gli italiani di Rosarno, per indifferenza o complice interesse, li hanno lasciati a vivere per anni.
Siamo legittimati a parlarne perché non siamo né partecipi, né succubi, né complici, né parenti, né amici, né simpatetici con nessuna mafia e mafietta, con nessun caporale, con nessun piccolo o grande proprietario di campi o di frutteti, di alberi di arancio o mandarini, perché non abbiamo mai fatto lavorare nessuno come una bestia per pochi euro al giorno lasciando che vivesse peggio dei nostri animali, né siamo amici, parenti, conoscenti di nessuno che abbia mai fatto o lasciato che si facessero simili porcherie. E dunque per nulla ci commuove oggi la situazione dei bianchi di Rosarno, come non ha commosso loro, in soverchiante maggioranza, la condizione degli schiavi che oggi si ribellano e domani perderanno ancora e morranno per la vostra indifferente comodità. La sporcizia sta qui, non nei tuguri dei neri. Spartacus perderà, arrivano i romani, anagramma maroni, faranno piazza pulita dei neri, riporteranno l’ordine per la festa continua delle mafie che amministrano questo moribondo paese. Spartacus morirà, le croci staccate dai muri delle scuole su cui fino a ieri le avete difese come simbolo d’amore getteranno di nuovo la loro ombra oscena sulla strada per Roma. Tornerà l’ordine a Rosarno, e la merda nostrana continuerà a puzzare indisturbata nelle vostre coscienze avvelenate e nelle vostre strade ripulite.
14 Commenti a “Spartacus a Rosarno”
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9 Gennaio 2010 alle 6:57 pm
“A Rosarno c’è una situazione difficile come in altre realtà, perchè in tutti questi anni è stata tollerata, senza fare nulla di efficace, un’immigrazione clandestina che ha alimentato da una parte la criminalità e dall’altra ha generato situazione di forte degrado” (Roberto Maroni, Ministro della Repubblica)
“Chiunque faccia qualcosa -non importa per quali motivi- in grado di ostacolare l’invasione, a questo punto mi sta bene” (sostenitore della Lega sul Forum di Radio Padania)
No comment.
9 Gennaio 2010 alle 7:09 pm
A Rosarno la situazione più difficile è la criminalità organizzata e la completa assenza di coscienza civile. Sino a che gli immigrati si fanno sfruttare in silenzio… non problem. Se protestano bisogna cacciarli.
9 Gennaio 2010 alle 7:12 pm
Di fronte a questa cosa, e già in passato a cose analoghe, mi chiedo: al di là di esprimere lo sdegno, c’è qualcosa che io, CC da Chiavari, posso concretamente fare? Avete dei suggerimenti? Mi sento impotente…
9 Gennaio 2010 alle 7:17 pm
I cinesi antichi dicevano: aiutali a salire, più presto cadranno. Allora ho votato per la Lega, ma pare non siano saliti abbastanza…
9 Gennaio 2010 alle 8:21 pm
A Cristina: se possibile sporcarsi le mani nella vita pubblica, condividere idee, votare, scrivere articoli come questo=
indignarsi (dovrebbe essere “naturale”..)e non stare in silenzio.
Non si tratta di trovare il meglio, ma di provare a realizzare il meno peggio.
9 Gennaio 2010 alle 9:54 pm
Vorrei proporre a J di pubblicare la sua riflessione da qualche parte dove possa essere accessibile a un pubblico più vasto e non solo a noi pochi eletti… Si può fare?
10 Gennaio 2010 alle 1:38 pm
Cara Cristina, quella “riflessione” ha già una sua circolazione internautica (facebook e altri snodi, mi dicono) e peraltro varie considerazioni analoghe di altri si trovano qui e là, sui giornali e in rete. Comunque è del tutto pubblica, e se qualcuno vuole diffonderla per altri canali, prego. Gli eletti, poi, son sempre pochi, per definizione: non è la quantità che conta, ma l’intensità. A salare tanta acqua basta poco sale, ma se il sale non sala….
10 Gennaio 2010 alle 9:54 pm
D’accordo, ma ci vuole anche l’acqua perché il sale la sali, e più ce n’è più ne sala… A questo dovrebbe servire, secondo me, la divulgazione di massa..
Così mi autorizzi a mandare la tua “riflessione” al Secolo XIX, il giornale di Genova, nella rubrica in cui si concede la parola ai lettori? Se si, ti ringrazio; se no, ti ringrazio lo stesso…
11 Gennaio 2010 alle 12:49 am
A Cristina.Il senso di radicale impotenza è la condizione dell’anima moderna che può ‘limitarsi’ a sorvegliare il futuro.Un tema per il futuro può essere la Rete ovvero la variante elettrificata della comunicazione universale incorporea(WOW!)oppure il koan 41 — Adornate il cuore di chi la contempla,perchè il Buddha della sala infiorata non è altrove.
11 Gennaio 2010 alle 12:51 am
Dal programma delle Nazioni Unite del 1997 apprendo che l’83% del reddito mondiale è spartito da 800milioni di Occidentali mentre all’82% della popolazione mondiale va il resto.In Occidente gli stati nazione hanno fatto le guerre perseguendo il nobile fine delle tasse e dello stato sociale ovvero di una più equa distribuzione della ricchezza.E’ chiaro che i paesi terzomondisti non possono fare la guerra ‘nobile’ all’Occidente per spartirsi il bottino e allora vai col mercato dell’odio.E chi si odia?Chi, vivendo una non-vita, reagisce alla logica violenta del profitto con una impotenza rozza e proditoria(che porta botte,cazzotti e guai..)Mentre l’impotenza degli schiavi in giacca e cravatta è rispettata..Spero che nessuno si offenda ma al sud siamo ai livelli dell’africa(giusto un pò più eleganti) e al nord?
11 Gennaio 2010 alle 1:45 am
A Cristina: manda pure a chi vuoi, il Secolo poi è stato il “mio” giornale per anni.
A homosex: al nord non siamo neppure eleganti: ti pare elegante un fazzoletto verde che spunta dal taschino? Questa storia scoperchia un verminaio, uno dei tanti del belpaese (le galere nostrane sono un altro, contiguo): faranno in fretta a ricoprirlo, a non parlarne più, e a continuare peggio di prima. La civiltà di una nazione si vede da come tratta i disgraziati, più che da come educa le élite: e le due cose potrebbero (dovrebbero?) andare di pari passo.
24 Gennaio 2010 alle 8:58 am
Prendendo spunto dal film Avatar, una serie di agghiaccianti notizie su schiavitù e sterminio (conquistadores e francescani furono ancora più efficienti di Hitler!) dalle pagine di The Guardian. Una traduzione dell’articolo si trova su Internazionale del 22 gennaio; una diversa traduzione italiana è on line all’indirizzo
http://www.alessandracolla.net/?p=368
24 Gennaio 2010 alle 12:06 pm
Dal link proposto da dr (12):
La mattanza ebbe inizio con Colombo. Fu lui a massacrare la popolazione di Hispaniola (ora Haiti e Repubblica Dominicana) servendosi di mezzi incredibilmente brutali. I suoi soldati strappavano i bambini dalle braccia delle madri e ne spaccavano la testa contro le rocce. Davano in pasto ai loro cani da guerra bambini vivi. Una volta impiccarono 13 Indiani in onore di Cristo e dei suoi 12 apostoli, «ad un patibolo lungo, ma abbastanza basso da permettere alle dita dei piedi di toccare il terreno evitando lo strangolamento […]. Quando gli indiani furono appesi, ancora vivi, gli spagnoli misero alla prova la loro forza e le loro spade, li squarciarono in un solo colpo facendo fuoriuscire le interiora, e c’era chi faceva di peggio. Poi gettarono intorno della paglia e li bruciarono vivi» [cit. da Bartolomé de Las Casas, History of Indies, trad. e cura di Andree Collard, Harper&Row, New York 1971, p. 94, in: David E. Stannard, Olocausto americano. La conquista del Nuovo Mondo, Bollati Boringhieri 2001, p. 136.
25 Gennaio 2010 alle 1:16 pm
Di solito, dalle accuse di genocidio contro i Conquistadores, “si salva” almeno Colombo. La cosa andrebbe approfondita. A casa di mia madre, non qui sottomano, ho un libro con le descrizioni fatte da Colombo della scoperta e dei primi contatti (solo i primi, però), e lì non mi pare che comparissero scene truculente. Però è vero che, già pochi anni dopo, Ariosto nell’Orlando Furioso esaltava (sic) la sottomissione violenta degli indios per opera degli europei. Viceversa, a metà ‘600, il poeta inglese John Milton descriverà le efferatezze dei Conquistadores, ma per denunciarle.