L’intreccio s’infittisce. Ora, un autore inglese (a me) sconosciuto che in tempi passati abbia scritto haiku… potrebbe anche essere, ma che sapesse anche di buddismo al punto da, e dico poco se dico poco: scherzare sulla Verità!… Ma scherziamo?

Benares Connection

A blessed mind never
Will lie nor can in close view
To the first of truths

In collegamento con Varanasi

Mente benedetta mai
Mentirà, né può, inquadrando stretta
La prima delle Verità

Sulla pretesa “infallibilità” di chi ha ricevuto l’“illuminazione” si è scritto tanto. Alan Lasting sposa questa pericolosa tesi? Non direi. Non dimentichiamo che non rivestiva alcun incarico ufficiale in alcuna scuola buddista, e che viceversa era dotato di un robusto humour britannico. Il suo messaggio sembra essere diverso: a tenere in debita considerazione la prima delle quattro Nobili Verità (il dolore universale), non si sbaglia mai. Senza contare la duplice lettura dell’haiku, che ricalca le ambiguità dei messaggi della Sibilla (“Tornerai, non morirai in guerra” oppure “Tornerai? No. Morirai in guerra”). Complice l’assenza di punteggiatura, Lasting sembra insinuare tra le righe: “Mente benedetta? Mai. Anzi mentirà, se dirà di poter inquadrare, ecc.”.