L’ amico dr mi scrive: Caro mym, se sei d’accordo, interromperei almeno momentaneamente le rubriche in corso per una “new entry”. Il termine inglese s’impone: un redattore di una piccola casa editrice anglosassone infatti mi ha appena inviato una raccolta di haiku di un certo Alan Lasting, che era… il suo ex farmacista.

Farmacista per costrizione, si era appassionato al buddismo (di che scuola? va’ che l’esperto sei tu) e raccoglieva le sue riflessioni sotto forma di brevissimi componimenti poetici. Mi sembrano carini da presentare “in esclusiva per l’Italia sulla Stella del mattino, ta-daaan”. Fammi sapere. Di ogni haiku fornirei

il testo originale, una traduzione e un rapido commento. La traduzione sarà spesso congetturale, data l’assenza di punteggiatura, la sinteticità della lingua inglese e l’ambiguità di certe costruzioni sintattiche. A maggior ragione, soggettivo il commento perché “poor Mr Lasting”, defunto sette anni fa, non ha lasciato spiegato “a thing”. dr. – P.S. se però preferisci portare avanti l’Intruso, il prossimo personaggio sarà Morticia Addams.

Dover, evening
Approaching desire
So deep does the mind there swim
It fails remembering


Alle scogliere di Dover, sera
Desiderio che si avvicina La mente vi nuota così a fondo Che fallisce a ricordare [o forse meglio: Che il ricordo (soggetto) si perde]

Beh, non poteva che essere il desiderio il protagonista del primo haiku di un buddista 🙂 Qui l’esperienza descritta sembra appunto quella delle prime due Nobili Verità, con qualche ulteriore accentuazione: il fatto che il desiderio, oltre a premerci da ogni parte, ci sommerge fino a cancellare la memoria. La memoria di che? Probabilmente quella delle nostre precedenti “rincorse” e dei relativi fallimenti; per cui anche la smemoratezza contribuisce ad accrescere il dolore. Okay, come inizio è un po’ cupo, ma gli haiku successivi metteranno man mano a fuoco il cammino di liberazione.