Ecco, per la penna di dr, la nuova puntata di Interviste Intraviste: tra il serio ed il faceto, eccentrico e centrato.

Ludovico

Non gli chiederemo – come tutti – dove abbia “pescato tante corbellerie”, anche perché il comandante della guarnigione alla Rocca è pur sempre un leader militare con galloni e tutto, e potrebbe non gradire l’ennesima battutina sulle sue stranezze letterarie.

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Comandante, non è una contraddizione dedicarsi a imprese militari e poesie d’amore?
“Una contraddizione? No. Perché?”

Sembrano due àmbiti così diversi…
“Solo all’apparenza. In fondo, in entrambi i casi la strategia è la stessa.”

Quale? Se non… ehm… violiamo nessun segreto di Stato, s’intende.
“Nessun segreto, non tema! Ora lei starà pensando che tale strategia consista nel tessere inganni, ma le rivelerò che non è così. Il segreto sta nel saper… sorprendere. Detto questo, si è detto tutto e nulla. Lo Stato è salvo, eh eh eh!”

Nell’arte di sorprendere, lei è un maestro riconosciuto. I suoi reimpieghi spregiudicati di versi danteschi hanno sollevato varie proteste da parte della cultura “ufficiale”.
“L’essenziale è che a sporgere denuncia non sia stato Dante; tuttavia non sono mai giunte informazioni di garanzia in tal senso. Con un pizzico di orgoglio, sono perfino disposto a credere di aver individuato, con le spregiudicatezze da lei accennate, i significati che il divino poeta non avrebbe avuto il coraggio di mettere per iscritto in maniera esplicita. Per esempio, non trova carina quella reinterpretazione dell’immagine dell’aquila, che ghermisce e porta fino alla sfera del fuoco? Secondo me, raffigurava non santa Lucia o la grazia, bensì l’irrazionale.”

Il trionfo del “pastiche”. Non teme però che al lettore risulti troppo difficile seguire i mille fili con cui lei intesse le sue storie?
“Ah-haaa, quindi anche lei è tra coloro che ritengono corbellerie i miei versi!”

N-non intendevo questo, le assicuro…

“Glissiamo, via. Per quanto riguarda i presunti mille fili delle vicende che narro, in effetti sono solo tre; che, onestamente, non mi pare una cifra eccessiva.”

Tre?
“L’impermanenza, il desiderio, la non-posizione.”

Ah.
“Non è occorso volare fin sulla luna con l’ippogrifo per scovarli. Basta guardarsi attorno. Be’, per la verità il terzo elemento è piuttosto raro, ed è questa la causa di tutti i pasticci del mondo.”

Incredibile come, con così pochi ingredienti, sia riuscito a descrivere gli infiniti moti del cuore umano.
“Proprio tutti, non saprei. Quasi tutti comunque li approvo, in diversa misura. Tranne uno.”

Quale?
“Il risentimento.”

Perché?
“Il solo fatto che lei lo abbia chiesto, dimostra che non è degno di ricevere risposta.”

Senta un po’, se crede di poter…
“Visto?”