Ecco, per la penna di dr, la nuova puntata di Interviste Intraviste:

Gottfried

“Notate?” ci dice, indicando una curva complessa tracciata dal computer.

Ehm, che dovremmo notare?
“Il fatto che i conti tornano, eppure non tornano. La curva è perfetta così, ma in teoria avrebbe dovuto essere diversa.”

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E quindi?
“Quindi, dietro ogni calcolo c’è qualcosa che ci sfugge, però è proprio quel qualcosa a far sì che il calcolo riesca.”

Le piace parlare per indovinelli.
“Mi piace parlare per allusioni. Sarebbe un incubo se la matematica si riducesse a un paio di linee, un paio di freccette, et voilà! La matematica è non solo più divertente, ma più veritiera, se diventa un racconto.”

Di che cosa?…

“Di qualsiasi cosa. Vanno bene anche le saghe iraniche, o gli infiniti dibattiti accademici sulla libertà umana. In altre parole, occorre una robusta dose di fantascienza per cucinare una scienza decente.”

Giusto a proposito: immagino che sia felice della riabilitazione che ha appena ricevuto in campo biologico ed evoluzionistico.
“Beh, sì, lo ammetto. L’umiltà è una bella virtù, ma certe volte uno non ne può più di venire bersagliato. Per parecchio tempo è andato di moda usare il mio termine ‘monade’ come se fosse un insulto: con le nuove scoperte sull’RNA, il mondo scientifico è stato costretto a darmi ragione… Soltanto fino alla prossima svolta, s’intende.”

Adesso mancherebbe una riabilitazione anche in filosofia

“Aspetta e spera. Sono tutti talmente imbottiti di storiografia ed economia da peggiorare la situazione ogni volta che si mettono in testa di migliorarla. Si continua a pensare che il sole e la pioggia arrivino apposta per fare un dispetto a noi.”

Torniamo un attimo alla fantascienza. Quali sono i suoi autori preferiti
?
“Autori italiani, ci crederebbe? Peccato che in Italia le menti più geniali in questo settore siano costrette a trattare l’argomento sotto altri pretesti, come se la fantascienza fosse una cosa vergognosa. Eppure avete una tradizione sci-fi antichissima e autorevolissima: penso a Tommaso Campanella, Giovanni Pascoli. Per la Francia, più ancora di Verne trovo magnifico Bergson.”

E il suo misterioso amico-nemico B.D.E.?
“Sulla fantascienza, tutto sommato ha lasciato pochi testi espliciti. Sono molto sottili, quasi nascosti tra le pieghe del suo sistema. Come lui ha sempre fatto, d’altra parte. Quanto ai nostri rapporti interpersonali, sinceramente qualche volta ho giocato un po’ sporco con lui, nella verve della polemica; ma sennò che polemica sarebbe stata?”

Le dispiace, quindi, che lui non sia più tra noi?
“Tutto l’oro del mondo non vale un personaggio come B.D.E. Qualche volta sorrido un po’, immaginando che lui sia voluto andare prima di me a verificare chi dei due avesse ragione.”

Progetti per il futuro?
“Sto lavorando a un tipo di cyborg che, anziché imparare per imitazione dal comportamento umano, tenti ogni volta soluzioni alternative, purché innocue.”

D-dice sul serio?
“Mai.”