Mer, 14 Nov 2007
Per la prima volta gli scienzati hanno creato qualche decina di embrioni da primati adulti. Ma quali sono le implicazioni di questo impressionante passo avanti per il futuro dell’umanità ?
Un grande passo avanti tecnologico ha permesso ad alcuni scienziati di clonare qualche decina di embrioni da una scimmia adulta, un macaco rhesus maschio di 10 anni, aprendo di fatto la possibilità di creare cloni umani utilizzando la stessa procedura.
Fin’ora i tentativi di clonare embrioni umani erano sempre stati ostacolati da problemi tecnici e dalle ben note controversie sull’eticità di questo tipo di ricerche. Ma le nuove tecniche promettono di rivoluzionare l’efficienza con cui gli scienzati potranno trasformare ovuli umani in embrioni. Gli autori di questo progresso hanno promesso di rivelare nel corso di questo mese maggiori dettagli sui loro progressi.
Questi scienziati mostreranno anche come sono stati in grado di estrarre cellule staminali da alcuni degli embrioni clonati a come sono riusciti a stimolare queste cellule embrionali a svilupparsi in laboratorio in cellule mature di cuore e in neuroni.
Gli scienzati che conoscono i dettagli di questa ricerca dicono che si tratta di una vera rivoluzione che tutti hanno atteso pazientemente poiché, fin’ora, c’era stato un certo crescente timore che alcune delle barriere tecnologiche potessero diventare ostacoli insuperabili per ottenere embrioni umani.
Questo sviluppo non è precisamente ben accetto in tutti gli ambienti. Gli oppositori della clonazione sosterranno che queste nuove tecniche di manipolazione di ovuli di primati porteranno ad un aumento del numero dei casi di creazione o distruzione di embrioni umani per motivi di ricerca.
Sebbene sia illegale in Inghilterra (e in molti altri paesi) impiantare un embrione clonato in una donna, alcuni temono anche che la relativa facilità di clonare partendo – per esempio – da cellule della pelle di un adulto porterà ad un aumento delle possibilità che queste tecniche vengano utilizzate per far nascere esseri umani. Gli scienziati della Corea del Sud che nel 2004 avevano affermato di aver creato il primo embrione umano, nel 2006 ritrattarono il loro studio dopo l’ammissione di frode di uno degli autori di questo studio, Hwang Woo-suk.
C’è stato soltanto un altro caso documentato di clonazione di un embrione umano, ma questo morì dopo pochi giorni senza produrre cellule staminali. Questo lavoro non fu mai replicato.
Si stima che gli scienziati che hanno portato avanti questo lavoro abbiano provato a impiantare circa 100 embrioni clonati nell’utero di circa 50 femmine di macaco rhesus, ma che non siano riusciti ad ottenere la nascita di alcun cucciolo clonato.
Tuttavia uno degli scrinziati coinvolti in questo studio ha affermato che potrebbe trattarsi soltanto di sfortuna. Ci vollero infatti 277 tentativi per ottenere la clonazione della pecora Dolly, il primo clone di mammifero adulto.
Il lavoro è stato diretto da Shoukhrat Mitalipov, uno scienziato russo all’Oregon National Primate Research Centre a Beaverton. Il Dr. Mitalipov è l’autore del processo di clonazione per fusione di ciascun ovulo con un nucleo preso da una cellula di pelle di un primate adulto.
Il Dr Mitalipov ha affermato che non ha potuto raccontare di questo studio fino a quando è stato pubblicato nella rivista Nature, ma che ha raccontato ad alcuni colleghi durante un congresso scientifico di aver ottenuto vere cellule staminali da 20 embrioni clonati.
Il Professor Alan Trounson della Monash University in Australia ha detto che i risultati del Dr Mitalipov’s rappresentano il grande passo in avanti che si aspettava da tempo. Pur dopo molti tentativi nessuno fin’ora era riuscito a ottenere embrioni clonati da cellule adulte in primati, nonostante si fosse riusciti a farlo per decine di altre specie non-primati. Alcuni ritenevano che fosse troppo difficile per scimme ed umani, ma quelli di noi che lavorano con animali come le pecore o mucche hanno sempre pensato che il tasso di successo dovesse essere più o meno analogo – ha detto il professor Trounson.
“I dati di Mitalipov lo confermano. Hanno la tecnica giusta ed ora possiamo iniziare a considerare di riuscire ad ottenerlo anche per gli uomini.”
Il Professor Don Wolf, che dirige il laboratorio all’Oregon National Primate Research Centre prima di ritirarsi, ha detto che la nuova procedura è basata su una tecnica microscopica che non usa luce ultravioletta light e coloranti, che sembra danneggino l’ovulo dei primati.
“All’inizio abbiamo tentato di usare questa tecnica per le scimmie senza sapere che questa tecnica danneggiava gli ovuli, per cui uno dei fattori chiave è stato la rimozione di questa fase. Potremmo ora produrre embrioni clonati in scimmie ad una frequenza ragionevole da poterlo studiare a fondo. L’obiettivo ora è la clonazione terapeutica utilizzando primati non-umani. Siamo stati i primi a farlo, sebbene sia un risultato alterato dalla ricerca fraudolenta condotta in Corea del Sud. Non si può mai essere sicuri, ma ci potrebbero essere dei risultati validi in ciò che hanno fatto i Sud-Coreani” ha detto il Dr Wolf.
di Steve Connor, 12 Novembre 2007
* Una breve storia della clonazione
La tecnica di clonazione della scimmia è fondamentalmente la stessa che ha portato alla clonazione della pecora Dolly. Il nucleo di un ovulo sano e non fertilizzato è estratto dalla cellula ed è sostituito con il nucleo di un’atra cellula (sviluppata) proveniente dalla pelle di un animale adulto. Con tempistiche precise e con l’uso di impulsi elettrici può essere creato un embrione clone del donatore della cellula di pelle. E’ possibile poi impiantare questo embrione nell’utero di una “mamma ospitante” per “produrre” animali clonati. Questo è ciò che viene chiamato ‘clonazione riproduttiva’ di umani ed è illegale in Inghilterra ed in molti altri paesi. Tuttavia è stata appliata a varie specie animali tra cui:
* Mucche: Molte mucche sono state clonate con successo. Il primo tentativo di clonare un animale adulto fu Noah, un raro bue gaur, che fu clonato nel 2001 negli Stati Uniti, ma morì 48 ore dopo la nascita.
* Topi: Cumulina era un comunissimo topolino bruno clonato da cellule adulte all’Università delle Hawaii nel 1997. Sopravvisse fino a diventare adulto ed ebbe due cucciolate prima di morire nel Maggio 2000
* Cavalli: Un cavallo di nome Prometea ful il primo clonato, nato in Italia nel Maggio 2003
* Gatti: Un micio di nome CopyCat fu clonato nel 2002 nel Texas, e diede alla luce tre gattinida un padre naturale nel Settembre 2006
* Cani: Snuppy, nato in Corea del Sud. Ci sono dubbi sulla sua autenticità sollevati dopo un test del DNA. Il gruppo ha anche clonato due cuccioli di lupo chiamati Snuwolf e Snuwolffy sempre con la stessa procedura. Furono anche clonati dei Levrieri Afghani di nome Bona, Peace and Hope.
Liberamente tradotto da The Independent
5 Commenti a “Passi da gigante verso la clonazione umana”
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14 Novembre 2007 alle 11:25 pm
siamo sempre piu’ vicini ai figli-fotocopia. ormai non ci sono piu’ scuse tecnologiche. si puo’ fare e basta, ed e’ solo una questione etica farlo o non farlo. mi piacerebbe che ci fosse un po’ di discussione su questo tema…
pierinux
14 Novembre 2007 alle 11:35 pm
Passi da gigante verso la clonazione umana. Per la prima volta gli scienzati hanno creato embrioni da primati adulti….
Per la prima volta gli scienzati hanno creato qualche decina di embrioni da primati adulti. Ma quali sono le implicazioni di questo impressionante passo avanti per il futuro dell’umanità ?…
14 Novembre 2007 alle 11:55 pm
Già da alcuni anni si sa che le cellule staminali presenti nei tessuti adulti posseggono la stessa plasticità di quelle embrionali. (Vedi ad esempio, tra le altre, questa ricerca) Utilizzando cellule emopoietiche presenti nel midollo osseo diventa poossibile qualsiasi tipo di terapia cellulare senza dover far uso di cellule embrionali, senza cioè dover utilizzare i cosiddetti embrioni soprannumerari creati nella fecondazione in vitro. E’ stato accertato che esse si possono differenziare in muscolo e che quelle derivate da tessuto nervoso e muscolare possono ricostituire a loro volta il sistema emopoietico. Studi hanno anche documentato la capacità delle cellule del midollo osseo di ripopolare il fegato dopo trapianto o di trasformarsi in cellule che esprimono marcatori neuronali. Inoltre, a differenza di quelle embrionali, l’uso delle cellule staminali adulte non crea problemi di rigetto perchè possono essere prelevate dalla stessa persona che poi le riceverà come tessuto da impiantare. Ci sono anche alimenti ed erbe che favoriscono la migrazione endogena delle staminali dal midollo verso organi e tessuti da riparare. Ma perché non si spinge in questa direzione? Semplice: non creerebbe abbastanza profitti ai mercanti di staminali.
15 Novembre 2007 alle 12:41 am
sicuramente ci sono enormi interessi economici in gioco, per prima l’industria cosmetica come la potentissima industria della salute (per i ricchi).
tuttavia penso che molto si giochi anche sul concetto che l’uomo vuole a tutti i costi dimostrare di poter costruire se stesso ed affrancarsi cosi’ da Dio.
pierinux
15 Novembre 2007 alle 3:41 am
E’ da sempre (o se preferisci dopo la cacciata dall’Eden) che l’uomo cerca l’immortalità con vari sistemi (alchemici, magici, scientifici). A parte i soldi, penso che questo sia il desiderio principale che lo muova. Per le staminali io penso che sarebbe un grande progresso della medicina riuscire a trovare i modi di stimolare quelle endogene ed evitare i farmaci. E’ un processo che già avviene fisiologicamente e naturalmente. Si tratta solo di favorirlo e indirizzarlo meglio. Già con alcuni nutrienti e fitopreparati giusti possiamo dare una mano.
Vedi ad esempio qui: