Il nuovo anno ci porta un nuovo intruso, una sorta di Cavaliere Inesistente di calviniana memoria o uno sguardo che ci segue anche al buio con i suoi occhi irregolari, diversi uno dall’altro? Cibì pare propendere per la prima ipotesi. Ma, si sa, Cibì ama Poe e… al cuor non si comanda.

INTRUSO, FRATELLO MIO / 8

A fissarci così negli occhi è l’“Uomo oceanico” di Alberto Martini (olio su tela, 1929, cm 46 x 55). Il quale è stato uno dei massimi intrusi nell’arte italiana ed europea di inizio Novecento. Lo è ancora adesso. Le sue opere dovrebbero…

… essere in auge, imbottite come sono di soprannaturale, fate e metempsicosi; invece giacciono in collezioni sconosciute, e non è neppure bastato un prestigioso catalogo FMR (stampato male!) a dargli lustro. Lo sguardo dell’Uomo oceanico ricorda la “mirada fuerte” di Picasso, che domina fino all’ultimo Autoritratto del pittore spagnolo. Ma al di sotto di quelle iridi cosmiche e allucinate, l’Uomo oceanico ne ha due più aristocratiche, pensierose, silenziose. Sullo sfondo, su due orizzonti ad altezze diverse, si stende un mare autunnale, sia turbolento sia sereno.
Qual è la non-posizione di questo personaggio? Proprio di fronte a noi. E chi è? Colui che tutti ci osserva, da sotto una maschera bianca. “Allora, facendo appello al pazzo coraggio della disperazione, i gaudenti si buttarono insieme in folla nella sala e, afferrando il personaggio mascherato, la cui alta figura stava eretta e immota, proruppero in un rantolo di indicibile orrore quando si accorsero che le vesti e la maschera, che essi avevano impugnato con tanta rude violenza, non allogavano alcuna forma tangibile” (E. A. Poe).

Nato a Oderzo (Treviso) nel 1876, morto a Milano nel 1954, Alberto Martini fu un precursore del Surrealismo, rifiutando però di aderirvi nonostante l’invito fattogli da André Breton; ma poi chiese nel suo testamento spirituale, in punto di morte, la creazione di un museo tutto dedicato al Surrealismo italiano; di questo museo dopo mezzo secolo non si vede l’ombra. Alberto Martini – da non confondere con Arturo – se ne infischiò sempre delle mode correnti e dei galleristi, ottenendone in cambio, fino a oggi, il totale menefreghismo da parte delle mode e dei galleristi. Le sue opere più famose non sono i dipinti bensì le illustrazioni, dedicate a Poe, Shakespeare, Dante.