Riportando un articolo da Repubblica, a proposito del post sulla caccia
Fulco Pratesi Presidente del WWF:

L’ARTICOLO di Francesco Merlo sui caprioli piemontesi pubblicato [su La Repubblica] in prima pagina il 5 agosto, merita qualche considerazione, al di là degli atteggiamenti disneyani (comunque degni di rispetto) o di scherno.

Il nostro è un paese che certamente, in alcuni contesti territoriali, ha per qualche specie di animali problemi di soprannumero di capi. Sono comunque animali che pagano scelte dell’uomo, il quale – sterminando i predatori naturali o facendo reintroduzioni sbagliate per motivi venatori -ha alterato quegli equilibri che governano i rapporti tra le varie specie. Quando però si tratta di gestire questi problemi, la scelta cade sempre sulla caccia. Si chiamano abbattimenti selettivi, ma sempre caccia è.

Le catture e altri possibili interventi per limitare l’espandersi delle popolazioni, ricercando comunque soluzioni alternative, sono ipotesi che non vengono neppure prese in considerazione. E vero che spostare questi caprioli all’interno di tanti parchi che ne sono privi e li ricercano per reintrodurli, come proposto oltre che dal ministro dell’ambiente anche dal Wwf, non risolverà il problema (anche se per i cinghiali le catture sono molto più efficaci delle fucilate per contenerne il numero). Ed è anche vero che altre specie vengono abbattute senza sollevare analoga emotività.

Ma altrettanto vero è che rispondere in qualche modo all’indignazione che molti hanno avuto per l’ennesima mattanza significa affermare che una società civile può e deve cercare e darsi soluzioni, magari a medio o a lungo termine, per gestire questi problemi senza necessariamente dover imbracciare una carabina, oltretutto in periodi di caccia chiusa.

(La Repubblica, 8 agosto 2006)

AGOSTO

L’ho visto, il bianco lontano tra i monti

Era l’occhio del temporale

E avanzava, tutto inghiottiva

Piano piano l’orizzonte spariva

Qualcosa di me era attratta

Come il tuffo al tuffatore

Come Dio alla mia anima

01 08 06 h. 21,27

s.c.

Riportiamo per completezza un articolo di F.Merlo comparso in prima pagina su Repubblica e che qualche giorno dopo è stato commentato (sempre su Repubblica) – in verità con ben altri toni – da Fulco Pratesi, presidente del WWF.

FRANCESCO MERLO
Repubblica, 05-08-2006

bambi-t.gif

Il capriolo piemontese, in carne e ossa e denti, somiglia alle cavallette, alle locuste dei disastri ecologici e non al fumetto più o meno d´arte, all´orfano di mamma con gli occhi tristi che c´è nella mente di Sgarbi, di Frattini e di Pecoraro Scanio. Insomma non è un Bambi e mai la politica dovrebbe confondere la realtà con i cartoni animati. Invece, per conservare 600 voraci caprioli in esubero che distruggono le culture, i furbi di destra e gli sciocchi di sinistra fanno le capriole politico ideologiche e organizzano Bambi-nate di piazza. E per una volta si sostengono in reciprocità animale, manifestano, firmano appelli, giurano che non permetteranno. E subito pretendono un ponte aereo con la Calabria per almeno cento dei seicento cervidi che la regione Piemonte è costretta ad eliminare in difesa dell´ecosistema, dell´agricoltura e dell´equilibrio boschivo. Ma davvero sorprende e diverte, quanto vedere un capriolo brucare in salotto, che sia proprio il presidente dell´Aspromonte a insorgere contro il presidente dell´aspro Piemonte. (altro…)

Una Poesia?

Sfioro con le mani le mie tasche.

Vuoto!

Oggi fa ancora caldo

30 07 06 h.18,53

s.c.

In questi giorni le Regioni italiane devono mettere mano al calendario venatorio 2006/2007.

Caccia all'uomo

In pratica si tratta di decidere da che ora a che ora e in quali giorni potranno essere uccisi alcuni milioni di animali per il divertimento dei cacciatori italiani, poco più di 600.000 persone, circa l’un per cento della popolazione italiana. Anche nelle Regioni cosiddette “progressiste”, ovvero nelle cui giunte siano presenti partiti a cultura ecologista, vi è una tendenza a ignorare non solo le direttive comunitarie ma anche le leggi italiane, concedendo per i motivi più diversi proroghe o eccezioni riguardo alle specie oggetto di uccisione e al numero dei giorni in cui questa sanguinaria attività è consentita.

La mia personale opinione è che versare il sangue di esseri viventi per gioco -o addirittura “per passione”, come incredibilmente asseriscono le Associazioni Venatorie- sia una delle barbarie più ignobili che la nostra cultura, dalle asserite radici cristiane, si porta appresso da epoche in cui il gioco era in molti casi controbilanciato dalla necessità.

È nota la forza delle lobby dei produttori di armi cartucce e affini, per cui non mi illudo che a breve sia possibile ottenere la fine di questa grande violenza gratuita. Inoltre basta notare il silenzio in materia di quasi ogni prete, vescovo o papa per capire che l’argomento non è nell’agenda di nessuna delle tre religioni abramitiche, non ostante amore e difesa per la vita siano efficacemente propugnate quali baluardi etici in numerose scelte politiche.

Con questa mia vorrei far riflettere quanti abbiano a cuore la propria collocazione nella vita, nella realtà vivente e perciò guardano con attenzione a “tutto il complesso della vita” di cui gli umani sono solo una parte: attualmente la più pericolosa.

Mauricio Yūshin Marassi

* UNIVERSITÀ DEGLI STUDI “CARLO BO” – URBINO

Università di Urbino

Il Corso di Laurea Specialistica in Antropologia ed Epistemologia delle Religioni, istituito presso la Facoltà di Sociologia in collaborazione con la Facoltà di Lettere, Classe 72/S (Scienze delle Religioni),

a partire dall’A.A. 2006/2007 si trasforma in:

Corso di Laurea Specialistica in
Sociologia della multiculturalità.

Il secondo anno del nuovo Corso sarà articolato in due curricula: Politiche dell’integrazione sociale e Antropologia delle RELIGIONI.

Quest’ultimo recepirà quasi per intero gli insegnamenti di cristianesimo, buddismo, induismo e islamologia già presenti nell’attuale Corso di Laurea Specialistica in Antropologia ed Epistemologia delle Religioni.

(altro…)

la TV via cavo IP

AIIP, Anti Digital Divide, Assoprovider ed il Consorzio Voipex, hanno promosso l’iniziativa www.regoleperiptv.it. Ritengono che, come spiegato nel testo dell’appello, il mercato dei servizi televisivi via cavo IP vada regolamentato.

Se anche a te interessa il pluralismo dell’informazione e la concorrenza nel mercato televisivo di domani visita www.regoleperiptv.it e aderisci all’appello.

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