Novembre 2007


Per la penna di Cibì pubblichiamo la recensione di un libro curioso: Gli angeli di Natale

Festa di non-compleanno

“Oddìo no il natale no!” penserà il buddista italiano, che sperava di essersi liberato – se non dal dolore – almeno dalla montagna di pia chincaglieria che gli è stata riversata addosso fin dall’infanzia.

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Ma poi, in fondo, perché “no”? Perché, invece, non prendere quel materiale e rivoltarlo come un guanto ma con il più innocente dei sorrisi sulla faccia, senza farlo apparire, con l’ilarità di un dadaista o il gusto di Paul Feyerabend per le contro-norme?
Ecco come si potrebbe leggere il libro Gli angeli di Natale,

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Si è spento Enzo Biagi, un attimo di raccoglimento per un grande uomo.

L
a pagina Approfondimenti della Bibliografia commentata si arricchisce di una nuova scheda, sempre per mano di GI, un testo che avrebbe potuto figurare tra i libri del Dialogo inter-religioso se l’accenno che vi si dedica allo zen -ed allo yoga- lasciasse qualche spazio al dialogo.

* Carlo Maria Martini, Non sprecate parole. Esercizi spirituali con il Padre nostro, Ed. Portalupi, 2005, P. 184, € 18.

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Si può insegnare una preghiera?

Vorrei iniziare con questa domanda la scheda al libro del cardinal Martini.
Il titolo del testo è particolarmente interessante: non sprecate parole.

Una preghiera, come ogni altra pratica religiosa, se diventa un feticcio, una ripetizione meccanica senza alcun pathos delle parole che qualcun altro ci ha insegnato, perde di senso e diventa un’altra cosa.

Questo punto è centrale nel testo ed attorno al senso profondo del pregare esso si sviluppa.

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Inizia oggi, per la penna di DR, una nuova rubrica dal titolo Interviste intraviste:

«Una “via di mezzo” tra intervista e realtà.
Sostituirà L’arte da parte, ma l’arte non verrà mica lasciata da parte.» DR

Toni

Arriviamo che è quasi notte, stanchi morti e tutti infangati, dopo ore di inutili ricerche nel bosco.

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Come se non bastasse, piove. Lui, il Tedesco (come lo chiamano), ci osserva sollevando un sopracciglio, voltandosi appena dal pianoforte che stava suonando in salotto. Quindi ci viene incontro scuotendo pazientemente la testa.

La sua stretta di mano è robusta – e questa finora è l’unica caratteristica a corrispondere all’immagine che avevamo di lui.

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