Conosco la Val di Susa, la Sacra di San Michele, i boschi, i massi erratici. Anche per questo, ma non solo, il/la TAV non ha mai avuto le mie simpatie. Poi l’altro ieri il signor Antonio Catricalà, sottosegretario alla presidenza del consiglio, ha dichiarato a Skytg24 che procedere con il/la TAV è un dovere morale. No, non mi sta bene,

mi son detto. Non riconosco a questo (né ad altro) governo alcuna autorità morale sufficiente a prendere decisioni che dovrebbero essere, invece, elaborate sul piano puramente tecnico politico economico. Non penso si tratti di una questione da trattare secondo un principio astratto di morale (nel caso, allora, preferirei di gran lunga la morale di chi difende la Valle dal business). Penso invece sia opportuno dar voce a chi ha opinioni tecniche, articolate, motivate e fondate su competenza. Per esempio un gruppo di 356 (!) professori universitari, tecnici, professionisti del settore trasporti che chiedono al governo di ripensare la cosa. Così, se vorrà, il signor Catricalà (che spero ferratissimo sull’argomento TAV non solo dal punto di vista morale) possa esprimere una motivazione meno ridicola e convincerci.