Gennaio 2010


Un solo giorno
vissuto consapevoli
della natura fugace della vita
ha più valore
di cento anni
inconsapevoli di nascita e morte
Dhammapada, 113

Alcune settimane addietro pubblicammo la provocatoria proposta da parte di un padre -nonché professore della Luiss- che invitava il proprio figlio a lasciare l’Italia per organizzare il proprio futuro.

Da parte della generazione a cui quella lettera era indirizzata ricevo ora, e vi propongo, un’altra lettera che ritengo particolarmente importante. È un modo molto pragmatico di affrontare “lo stato delle cose”, di un privilegiato se volete, ma -a ben vedere- è una domanda radicale a proposito di che-cosa-stiamo-a-fare-noi-qui.
Se avete risposte: ben vengano.

«Lei alla mia eta non si sentiva “fregato”? nel senso: ho 21 anni, sono giovane e forte, ho voglia di fare, non ho i mezzi per essere indipendente. Non li avrò prima di altri 5-6 anni.
Quando li avrò sarò comunque senza una casa e, a meno di essere un’eccezione, avrò poco denaro. Passerò la mia restante giovinezza

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Dopo l’invio del testo La Pantomima tramite mail list, si è sviluppata un’ampia discussione che qui prosegue tutt’ora. Pubblichiamo oggi un contributo al “discorso” che pare alieno sia per la sua collocazione religiosa sia per un’apparente contraddizione con il testo de La Pantomima. Dico “pare” alieno e “apparente” contraddizione perché a mio avviso è una parte dello stesso discorso. Ovviamente mutatis mutandis: vi si parla di Dio, di Gesù, del Cristo,

dello Spirito santo, persino di una pratica comunitaria che pare assumere il ruolo di veicolo salvifico proprio in quanto comunità e che, quindi, in qualche modo si contrappone al singolo, a chi segue la via nella quotidianità senza appartenere, almeno fisicamente, a gruppi o comunità particolari.
Il testo, pubblicato sul n. 49 della Lettera agli amici – Qîqājôn di Bose è estrapolato dalla

Omelia di fr. Enzo nella veglia della Trasfigurazione:

[…] Noi monaci non abbiamo una particolare missione o funzione nella chiesa: siamo semplicemente uomini e donne insieme, da un punto di vista umano, quasi per caso. Siamo qui, siamo là, nei deserti o nelle selve, sui monti o nelle valli, per che cosa? Per stare davanti a Dio insieme, in una vita comune, niente più. Non facciamo nulla di particolare se non rimanere davanti a Dio

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Con il nuovo anno è uscito anche il nuovo numero di Buddazot, il fumetto buddista di Paolo Sacchi.

Su queste pagine, come sempre liberamente scaricabile anche in PDF con licenza Creative Commons

Spartacus a Rosarno

Noi non viviamo a Rosarno. E proprio perché non viviamo a Rosarno siamo legittimati a parlare di Rosarno e degli schiavi di Rosarno, che lì sono tenuti in schiavitù. Siamo legittimati a parlarne perché non abbiamo l’alibi delle problematiche quotidiane, delle puzze, delle pisciate, della negritudine che disturba l’omertosa consuetudine, perché non siamo noi a usare quei neri come schiavi per il nostro tornaconto, salvo poi schifare per la merda in cui gli italiani di Rosarno, per indifferenza o complice interesse, li hanno lasciati a vivere per anni.

Siamo legittimati a parlarne perché non siamo né partecipi, né succubi, né complici, né parenti, né amici, né simpatetici con nessuna mafia e mafietta, con nessun caporale, con nessun piccolo o grande proprietario di campi o di frutteti, di alberi di arancio o mandarini, perché non abbiamo mai fatto lavorare nessuno come una bestia per pochi euro al giorno lasciando che vivesse peggio dei nostri animali, né siamo amici, parenti, conoscenti di nessuno che abbia mai fatto o lasciato che si facessero simili porcherie. E dunque per nulla ci commuove oggi la situazione dei bianchi di Rosarno, come non ha commosso loro, in soverchiante maggioranza, la condizione degli schiavi che oggi si ribellano e domani perderanno ancora e morranno per la vostra indifferente comodità. La sporcizia sta qui, non nei tuguri dei neri. Spartacus perderà, arrivano i romani, anagramma maroni, faranno piazza pulita dei neri, riporteranno l’ordine per la festa continua delle mafie che amministrano questo moribondo paese. Spartacus morirà, le croci staccate dai muri delle scuole su cui fino a ieri le avete difese come simbolo d’amore getteranno di nuovo la loro ombra oscena sulla strada per Roma. Tornerà l’ordine a Rosarno, e la merda nostrana continuerà a puzzare indisturbata nelle vostre coscienze avvelenate e nelle vostre strade ripulite.

JF

L’associazione La Ginestra, col patrocinio dell’Università di Urbino, propone una iniziativa teatrale multietnica:

“Il laboratorio teatrale FUORILUOGO nasce dall’intenzione di costituire un gruppo multiculturale, formato quindi da giovani provenienti da diverse culture (anche da differenti regioni italiane), che prepari una rappresentazione teatrale su testo inedito. Si cercano pertanto giovani (studenti e non) che, accanto all’interesse per il teatro, abbiano voglia di confrontare e raccontare le proprie esperienze e la propria cultura di provenienza all’interno di un laboratorio. La rappresentazione finale sarà messa in scena al teatro Sanzio di Urbino.”
Per informazioni: 3400915373 – 3476034751 – simona.ruvolo at hotmail.it

Trovato neonato in mezzo agli animali. La polizia arresta cinque adulti e una minorenne

L
’allarme è scattato nelle prime ore del mattino grazie alla segnalazione di un cittadino insospettito dall’inconsueto movimento attorno ad un casale abbandonato: probabile presenza di famiglie rom accampate nella stalla. Agenti di polizia, accompagnati da assistenti sociali, scoprono un neonato avvolto in uno scialle e deposto in una mangiatoia dalla madre, tale Maria H., extracomunitaria, dall’apparente età di diciassette anni.

Al tentativo degli agenti e degli operatori sociali di caricare la madre e il bambino sui mezzi delle forze dell’ordine, un uomo che dichiara di essere palestinese e di chiamarsi Giuseppe H., oppone resistenza spalleggiato da alcuni pastori e tre altri extracomunitari presenti sul luogo, tutti tratti in arresto perché sprovvisti di permesso di soggiorno.

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