Luglio 2006


* Considerazioni nate a margine del libro Non lasciarmi, di Kazuo Ishiguro, Einaudi 2005

Questo libro può essere letto su più piani: è un racconto di iniziazione, è un racconto fantastico, è un racconto fantascientifico alla P. K. Dick, in cui si immagina un futuro che trova nell’oggi possibili radici.

La storia è semplice e complessa insieme.

Kathy parla in prima persona e racconta la sua storia e quella dei suoi amici Tommy e Ruth.

Sono amici d’infanzia, hanno vissuto insieme in un collegio ed insieme hanno scoperto l’amicizia, l’amore, la solidarietà, i dubbi le paure del passaggio dall’infanzia all’adolescenza, all’età adulta.

Su questo piano il romanzo è ben scritto, ma non avrebbe elementi di interesse particolari, ciò che lo rende inquietante è l’ontologia di questi tre amici: non sono esseri umani procreati ma creati, clonati per poter essere utilizzati come riserve di organi. Ma non sono solo questo, sono anche inseriti in un esperimento fortemente voluto da alcuni scienziati: piuttosto che “allevarli” in sterili cliniche, vengono “cresciuti” in un collegio dove è permesso loro di vivere tutta l’infanzia e l’adolescenza come se fossero “figli di mamma”.

I tre amici sanno di essere destinati a donare organi, ma quest’informazione rimane sottotraccia, i ragazzi vivono una vita normale, gioiosa e dolorosa come è la vita di tutti gli adolescenti; tuttavia crescendo colgono distorsioni nell’atteggiamento degli insegnanti verso di loro, li sentono a tratti pietosi, a tratti leggono nei loro sguardi l’orrore.

Il libro sviluppa la storia dei tre ragazzi, ma senza entrare nei dettagli. Alla fine sapremo che il collegio è stato chiuso, l’esperimento è fallito: era intollerabile per gli esseri umani la presenza tra loro di cloni così “uguali”, con emozioni, sentimenti, cultura, dubbi.

Leggere questa storia mi ha creato inquietudini e riflessioni.

Cos’è il progresso, come si può- se si deve- coniugarlo con l’etica?

C’è un limite che si può porre alla ricerca?

E come mi pongo io- di formazione scientifica (sono medica e psichiatra), mentre cerco di percorrere una via religiosa buddista zen- davanti a temi così attuali come la clonazione, la “riserva d’organi”, la procreazione assistita?

La mia posizione su questi temi è esitante, dubbiosa, sono combattuta tra la mia formazione scientifica, e l’idea religiosa che ho della vita.

La mia formazione mi porta a credere nella ricerca, nella possibilità della medicina di poter migliorare le sue capacità diagnostiche e terapeutiche. Tanti sono stati i progressi che hanno reso più accettabile la vita dei malati, ed hanno reso meno invasive tante malattie. Ma, si sa, la ricerca non sempre trova “quello che cerca” e quello che trova non è sempre esente da rischi. A volte poi la direzione della ricerca è determinata da interessi che non hanno nulla di etico.

Ma la soluzione, da questo punto di vista, può essere possibile: si fanno protocolli precisi, ci si dà una regolamentazione, si legifera. Ma chi decide i confini? L’ultima legge sulla procreazione assistita è un chiaro esempio di queste difficoltà. Come si vede, già dal punto di vista “semplicemente scientifico” le implicazioni sono tante.

E che cosa succede, invece, se ascolto la parte di me che ha una visione religiosa della vita? L’uomo è una parte di un tutto (è interdipendente), ma la nostra cultura è assolutamente antropocentrica- l’uomo è misura di tutte le cose- ed in questo è aiutata anche dalla visione cattolica. Non è di tantissimo tempo fa l’obiezione che non si potrebbero riconoscere diritti giuridici agli animali perché sarebbe come riconoscerne una “soggettività” che solo l’anima dà.

La mia comprensione del buddismo mi porta a sentirmi, rispetto a tutto ciò che vive, una parte di un tutto che vive oltre me, ed ha “leggi” che io non conosco né capisco: è un mistero. La pratica dello zazen mi porta a sostare nel vuoto, nell’incertezza e, per qualche breve momento a “vivere” l’interdipendenza. Se dovessi seguire questa parte di me avrei un atteggiamento molto critico sia sulla ricerca scientifica sia sull’idea di progresso così come è attuata.

Un contributo decisivo per uscire dal possibile empasse che può derivare da un atteggiamento come il mio viene forse dall’ecologia, in tutti i suoi aspetti, da scienza ambientalista a ricerca di rapporto tra uomo e natura; il principio di precauzione, vale a dire non rendere attive ricerche se non si riesce a prevederne gli effetti. Non sempre le scienze economiche permettono di seguirlo.

Questo sul piano normativo, ma come si esce dall’inquietudine che nasce dalla difficoltà di integrare le proprie appartenenze? Forse la via indicata dal buddismo è un continuo tentativo di creare e percorrere un crinale?

Tutte queste riflessioni leggendo il libro di Ishiguro, che pure contiene molto più di tutto ciò.

Rosaria
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Il secolo che ci siamo da poco lasciati alle spalle non va ricordato solamente per le due guerre mondiali, i vasti movimenti di massa o il dominio incalzante della tecnica e della scienza. E’ stata anche l’epoca di grandi speranze e utopie che, in certi casi, hanno continuato ad indossare abiti religiosi, come era accaduto per secoli e secoli. Gli autori che il libro presenta formano un esemplare trittico eretico del Novecento religioso. Anche per loro vale il detto paradossale: la cosa migliore di una religione sta nel fatto di creare eretici.Personalità di notevole spessore umano e intellettuale, ma poco conosciute e volentieri emarginate dal mondo religioso e culturale (due di loro subiranno la forma più grave di scomunica prevista dalla Chiesa), Ernesto Buonaiuti, Primo Vannutelli e Ferdinando Tartaglia sono stati tutti e tre accomunati, pur con modulazioni e sensibilità differenti, dall’adesione ai principi di quella comunità ideale, quella ekklesìa che esprime il desiderio e la tensione di voler abbracciare con un solo sguardo tutti gli esseri e tutto il creato. Per queste ragioni meritano di venire condotti fuori dall’oblio in cui sono stati relegati, scoprendo l’attualità sconcertante con gli interrogativi cruciali del nostro tempo. Il volume in questione costituisce pertanto una introduzione puntuale alla loro vita e al loro pensiero.

Federico Battistutta
Millenia-Lampi di stampa, Novara-Milano 2005, pp. 136, euro 12,50

Senza Titolo

Lascia le tue mani riposare nel cielo

E i tuoi occhi accarezzare da un petalo

Un’ istante!

È come un lampo che abbaglia

Come un masso che frana

O una lumaca che è giunta,

Se mai sarà giunta

Come un legno che cede e schianta

Come il fragoroso rumore di erba infranta.

26 01 ‘03

Silvano

Ecco qui sotto in breve le attivita’ di questo mese a Galgagnano, che precedono la pausa estiva di agosto.
Auguri di serene vacanze a tutti

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Ven. 7/7 – sab. 8/7 : Incontro di studio e zazen

Ven.14/7 – dom. 16/7 : Ritiro mensile

(Informazioni: tel. 0371-68461)

www.amnesty.it

…Cos’è un lager?

Son recinti e stalli di animali strani, gambe che per anni fan gli stessi passi,
esseri diversi, scarsamente umani, cosa fra le cose, l’erba, i mitra, i sassi,
ironia per quella che chiamiam ragione, sbagli ammessi solo sempre troppo dopo,
prima sventolanti giustificazioni, una causa santa, un luminoso scopo,
sono la furiosa prassi del terrore sempre per qualcosa, sempre per la pace,
sono un posto in cui spesso la gente muore, sono un posto in cui, peggio, la gente nasce…

E un lager…
E’ una cosa stata, cosa che sarà, può essere in un ghetto, fabbrica, città,
contro queste cose o chi non lo vorrà, contro chi va contro o le difenderà,
prima per chi perde e poi chi vincerà, uno ne finisce ed uno sorgerà
sempre per il bene dell’umanità, chi fra voi kapò, chi vittima sarà
in un lager?

Da /Lager/ di F. Guccini, album /Metropolis/, 1981

Cliccare per la versione ingrandita.

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Abbiamo rimosso questo post dopo aver verificato che il citato esperimento di cui parla Beppe Grillo nel suo blog, è in realtà una bufala. L’energia emessa da due cellulari non è sufficiente per cuocere un uovo. Tanto meno è sensato mettere un uovo tra due cellulari per aumentare gli effetti dell’irraggiamento. Le onde radio emesse da un cellulare non sono direzionali ma isotrope (si allontanano a guscio in tutte le direzioni).

Consiglio un punto di partenza (servizio anti-bufala) per verificare le notizie strane che sentite raccolte dalla rete: il blog di Paolo Attivissimo

In ogni caso – a prescindere dalla bufala – l’effetto nocivo dei cellulari è sui tessuti umani è ampiamente provato, e fossi in voi il cellulare ai vostri bambini non lo comprerei, per questa e per un mucchio di altre ragioni.

Pierinux

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