Luglio 2006


In questi giorni le Regioni italiane devono mettere mano al calendario venatorio 2006/2007.

Caccia all'uomo

In pratica si tratta di decidere da che ora a che ora e in quali giorni potranno essere uccisi alcuni milioni di animali per il divertimento dei cacciatori italiani, poco più di 600.000 persone, circa l’un per cento della popolazione italiana. Anche nelle Regioni cosiddette “progressiste”, ovvero nelle cui giunte siano presenti partiti a cultura ecologista, vi è una tendenza a ignorare non solo le direttive comunitarie ma anche le leggi italiane, concedendo per i motivi più diversi proroghe o eccezioni riguardo alle specie oggetto di uccisione e al numero dei giorni in cui questa sanguinaria attività è consentita.

La mia personale opinione è che versare il sangue di esseri viventi per gioco -o addirittura “per passione”, come incredibilmente asseriscono le Associazioni Venatorie- sia una delle barbarie più ignobili che la nostra cultura, dalle asserite radici cristiane, si porta appresso da epoche in cui il gioco era in molti casi controbilanciato dalla necessità.

È nota la forza delle lobby dei produttori di armi cartucce e affini, per cui non mi illudo che a breve sia possibile ottenere la fine di questa grande violenza gratuita. Inoltre basta notare il silenzio in materia di quasi ogni prete, vescovo o papa per capire che l’argomento non è nell’agenda di nessuna delle tre religioni abramitiche, non ostante amore e difesa per la vita siano efficacemente propugnate quali baluardi etici in numerose scelte politiche.

Con questa mia vorrei far riflettere quanti abbiano a cuore la propria collocazione nella vita, nella realtà vivente e perciò guardano con attenzione a “tutto il complesso della vita” di cui gli umani sono solo una parte: attualmente la più pericolosa.

Mauricio Yūshin Marassi

* UNIVERSITÀ DEGLI STUDI “CARLO BO” – URBINO

Università di Urbino

Il Corso di Laurea Specialistica in Antropologia ed Epistemologia delle Religioni, istituito presso la Facoltà di Sociologia in collaborazione con la Facoltà di Lettere, Classe 72/S (Scienze delle Religioni),

a partire dall’A.A. 2006/2007 si trasforma in:

Corso di Laurea Specialistica in
Sociologia della multiculturalità.

Il secondo anno del nuovo Corso sarà articolato in due curricula: Politiche dell’integrazione sociale e Antropologia delle RELIGIONI.

Quest’ultimo recepirà quasi per intero gli insegnamenti di cristianesimo, buddismo, induismo e islamologia già presenti nell’attuale Corso di Laurea Specialistica in Antropologia ed Epistemologia delle Religioni.

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la TV via cavo IP

AIIP, Anti Digital Divide, Assoprovider ed il Consorzio Voipex, hanno promosso l’iniziativa www.regoleperiptv.it. Ritengono che, come spiegato nel testo dell’appello, il mercato dei servizi televisivi via cavo IP vada regolamentato.

Se anche a te interessa il pluralismo dell’informazione e la concorrenza nel mercato televisivo di domani visita www.regoleperiptv.it e aderisci all’appello.

da Altroconsumo

Il “pacchetto Bersani” è passato al Senato. Fra il decreto iniziale e il testo approvato da palazzo Madama, non ci sono stati quegli stravolgimenti che si potevano temere dopo l’esito delle trattativa con i taxisti. Se su quel fronte le misure sono più blande di quelle iniziali altre modifiche hanno invece migliorato il testo iniziale.

Ricordiamo che, a sostegno dell’intero pacchetto Bersani, il 5 luglio abbiamo presentato [Altroconsumo, n.d.r.] la nostra petizione online, e il 18 luglio abbiamo consegnato al Senato le prime 10.000 firme raccolte. In tutto al momento abbiamo ricevuto 12143 sottoscrizioni.

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da ZEUS Newswww.zeusnews.it – 12-07-2006

Con la campagna “Politiche di austerità”, un gruppo di hacker scrive una lettera aperta a Prodi e invita tutti a firmare.

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L’associazione Hackaserta ha aperto una raccolta di firme, per inviare una lettera aperta al presidente del consiglio.Oggetto della missiva, sollecitare il governo a considerare le licenze software come spesa da tagliare, incentivando l’adozione di software libero nella pubblica amministrazione.

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Giuliano Bastianelli è uno straniero in patria (come tutti?). Politicamente a destra in una città, Perugia, che da sessant’anni è monopolio della sinistra, in passato ha tenuto corsi di ceramica a Deruta ma senza mai sognarsi di copiarne i motivi tradizionali, e adesso produce un’arte digitale che lo assimila ai cibernauti di cinquant’anni più giovani di lui. In una cultura in cui il quarto d’ora accademico è di prammatica, lui sogna la Svizzera.

Alla domanda: “A che corrente artistica appartieni?” Giuliano risponde: “Non lo so”. Alla domanda: “Che cosa significano le tue opere?” risponde: “Niente. Sono pure forme estetiche”. Dev’essere l’osservatore – dice – a dare un nome a ciò che vede. Bene, eccolo servito.

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Qualche cosa è bene sapere prima di mangiare:

http://www.xmx.it/macosamangiamo.htm

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