Precursore e Messia dell’arte rinnovata

F

ontainebleau (Francia), anno di grazia del Signore 1537.

La scena si svolge su un terrazzo della reggia, una limpida sera d’estate. In cielo brilla la luna piena. Un uomo in piedi osserva la luna; un gigante dai riccioli rossi, con un

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volto fascinoso e una corporatura perfetta. Ha qualcosa dell’Autoritratto di Albrecht Dürer, ma non è ovviamente Albrecht Dürer, morto nove anni fa. Accanto al Rosso c’è una dama di corte, seduta; indossa un prezioso abito giallo oro, la sua pettinatura è formata un complesso incrocio di trecce. Anche lei è intenta a fissare il satellite, ma spostando periodicamente lo sguardo sull’uomo.

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— È una notte meravigliosa, non trovate? — sussurra la dama.

Senza rispondere, lui si china a raccogliere una pigna caduta sulla terrazza. Drizza di nuovo il suo corpo maestoso, torna a guardare il cielo, poi, con un mezzo sorriso, palleggia per qualche secondo la pigna nella mano. E la scaglia con violenza contro la luna.
— M… ma, ma che fate?
— Voglio uccidere il chiaro di luna.
La dama ridacchia. — Avete sempre delle curiose invenzioni!

Di nuovo, l’uomo non risponde. Forse pensa alla sua prossima avatar, quando avrà tratti più mediterranei; in complesso, un po’ meno bello ma altrettanto irruente e fascinoso. Allora, potrà gridare ai quattro venti di voler uccidere il chiaro di luna, e troverà gente disposta ad applaudirlo. Potrà passare da una “maniera” all’altra ancora più facilmente di adesso, da nervose forme geometriche a pennellate guizzanti come serpenti. E permettersi trasgressioni che, attualmente, lo farebbero finire al rogo. Chissà, una Madonna che sculaccia Gesù Bambino.

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— A che pensate? All’amore? — sospira lei, che sperava in un minimo di attenzioni in più.
— Pensavo a quante opere d’arte si potrebbero realizzare con le parole.
— Vi dilettate anche di poesia?

— Noli me tangere! No, niente poesia, Madeleine. Ma voi non rimarreste profondamente colpita da nuove parole come… sì… “espressionismo”, “sur-realismo”… Molto meglio della “maniera” di cui tanto si ciancia oggidì, non vi pare?
— Se proponete un gioco, Jean-Baptiste, allora io conio “futurismo”.

Lui annuisce, ridendo all’idea di quel nome da precursore che si ritrova; anche se quasi nessuno lo chiama così, a parte la sua compagna di questa notte.

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— Vi burlate di me?

— Nient’affatto, Madeleine. Anzi, vi andrebbe di posare per me? Nella parte della vostra omonima in una Pietà? Riserverò a me il ruolo peggiore, quello del morto.
— Oh sì, ne andrei fiera.
— Bene, si comincia domani all’alba. Nel frattempo…
— Signore!
— Abbiamo ucciso il chiaro di luna: chi potrebbe vederci?

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