Nel post precedente, prendendo spunto da un articolo di giornale, abbiamo posto un problema che poi ho compendiato (@ 39) con le parole: “possibile che i buddisti, gli zen, con tanta voglia di pontificare, insegnare, aprire centri, far vedere quanto sono bravi, illuminati e svegli non sappiano dire una cosa che fanno tutti i giorni cento volte al dì, ovvero: come si distingue il bene dal male? Su quali basi appoggiamo (appoggi, appoggio) la nostra etica? Senza affrontare questo punto “dirsi”, “sentirsi”, “viversi” come buddisti è aria fritta”. I motivi per cui continuo a porre il problema etico all’attenzione di chi ci legge, sono di carattere generale e contingente.

Ritengo che un uomo, una donna di religione non possa prescindere dall’etica, cosa che invece pare possibile nel panorama buddista europeo dove circola un malinteso senso di superiorità dello zen nei confronti dell’etica. I motivi contingenti, già ampiamente premessi nell’articolo citato dal post precedente, sono elencati con toni estremamente forti ed espressioni anche sopra le righe nell’articolo di don Farinella che vi proponiamo oggi, e che trovare qui di seguito. È un esempio che riguarda la contingenza ed è anche di parte, ma è un coinvolgimento etico. Dallo zen, -non tanto su una qualche situazione come l’attuale italiana che è e resta un caso particolare- sull’etica, che suggerimento possiamo trarre?

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   Sig. Cardinale,
speravamo che lei non fosse andato al pranzo governativo del mercato dei cardinali o, meglio, vi fosse stato escluso dal segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, per il quale ormai abbandoniamo ogni velleità di conversione. In ambedue i casi, lei appariva un gigante, seppure in miniatura, …

nonostante il suo silenzio, o peggio, il suo parlare per allusioni su tutto l’«affaire Berlusconi». Poi, inaspettato, lei rompe il silenzio per dire, con linguaggio curiale, che «il Paese chiede governabilità». L’ultimo barlume di speranza è crollato con le sue parole.

Chi le ha detto che il Paese chiede la governabilità di questo governo, capeggiato da un mafioso corrotto e corruttore che ha ridotto la Nazione ad un cencio insozzato come dimostra il mercato inverecondo di parlamentari per restare a galla e salvarsi dai tribunali? Lei sa bene che Berlusconi nel Paese è minoranza, ma lei, i suoi colleghi vescovi e il Vaticano, oscenamente, lo tenete in piedi perché fa comodo e perché vi ha promesso che farà tutto quello che voi gli chiederete. Invece di stare dalla parte dei giusti, voi avete scelto di immergervi nella sentina e di rinnegare la vostra stessa morale, quella che esige il perseguimento del bene comune, che condanna il ladrocinio, la corruzione, la bestemmia, la bugia e lo spergiuro. Avete inventato anche «il contesto della bestemmia» per non censurare un uomo che ha avvelenato un intero Paese con la sua violenza e la sua immoralità. Ecco l’uomo del «partito dell’amore»! Trentanove «leggi private» ha emanato e voi avete taciuto!

Lei non ha parlato quando il suo protetto si sollazzava con le minorenni; ha taciuto quando ha inaugurato «il metodo Boffo»; si è girato dall’altra parte quando ha trasformato le sue ville in sedi istituzionali con decreto della presidenza del consiglio, adibendole a lupanari con prostitute a pagamento, signorine e signore (?!) che si offrivano in cambio di posti in parlamento o in tv; lei ha taciuto quando da vero estremista comunista bolscevico (non a caso il suo amico del cuore è Putin ex Kgb) ha preso d’assalto il parlamento dissacrando l’ultimo margine di democrazia, comprando e corrompendo deputati e senatori, promettendo incarichi e scambiando soldi.

Lei che non tralascia occasione per parlare di «principi non negoziabili». Dov’era quando tutti i principi su cui si basa la moralità pubblica, sono stati calpestati, derisi, violentati da un uomo che definire perverso è fargli un complimento? Dov’era lei, quando costui inoculava il virus dell’egoismo individualista, distruggendo il patrimonio solidale e cooperativistico che è la forza del nostro popolo? Dov’era quando inneggiava all’evasione fiscale, al disprezzo delle istituzioni e varava leggi contro il diritto internazionale, contro i poveri immigrati, immagine perfetta di Cristo crocifisso? Dov’era quando legiferava contro i lavoratori e per aumentare i precari e i disoccupati per manovrarli contro il contratto nazionale del lavoro? Dov’era, quando trasferiva alle scuole cattoliche i soldi dell’evasione fiscale, della mafia, della prostituzione, della droga e del riciclaggio (v. scudo fiscale)?

Un prete genovese molto anziano oggi, 17 dicembre 2010, mi ha telefonato per dirmi che la stimava perché la conosceva, ma ora, dopo questo intervento, lei gli è scaduto moralmente e lo reputa responsabile del degrado della nazione. «E’ crollato un mito!» sono state le sue parole che condivido pienamente. Lei e il Vaticano avete perso il diritto di parlare di morale, perché siete solo complici di immoralità e sostegno di una indecenza che spadroneggia sull’Italia e sequestra il parlamento rendendolo un postribolo di infima categoria, dove si consuma prostituzione a basso costo, senza preservativi. Non è il metodo che piace a voi?

La vostra prostituzione di vescovi e di sedicenti garanti della moralità di convenienza vi esclude dal consesso della civiltà e vi colloca nell’inferno berlusconiano dove «tutti fuor cherci questi chercuti» (Divina Commedia, I, VII, 38-39) che popolano il «pied à terre» berlusconiano e la sua corte, dove voi vescovi vi siete accontentati di essere servi, schiavi e diaconi ossequienti. Contenti voi! Come potete pretendere di parlare del Regno?

Noi non ci stiamo e vi riteniamo responsabili della caduta etica dell’Italia, del dissesto democratico e della corruttela berlusconista che voi appoggiate e condividete. Per questo non avete più l’autorità di parlare di etica e tanto meno di Dio e del Vangelo che voi avete rinnegato per assidervi a mensa con il corruttore più immorale esistente, il quale se ne vanta anche, pago del vostro silenzio colpevole. Ritornate ad essere pastori degni del vostro popolo, altrimenti valgono per voi le parole di Ezechiele profeta (sec. VI a. C.): «Guai ai pastori d’Israele, che pascono se stessi! Per colpa del pastore si sono disperse [le mie pecore] e sono preda di tutte le bestie selvatiche: sono sbandate. Così dice il Signore Dio: Eccomi contro i pastori: a loro chiederò conto del mio gregge e non li lascerò più pascolare il mio gregge, così non pasceranno più se stessi, ma strapperò loro di bocca le mie pecore e non saranno più il loro pasto» (Ez 34,2.5,6.10).

In nome di Dio, vescovi e cardinali, tornate al Vangelo e al vostro Popolo, da cui vi siete separati per ingordi interessi, peccando e delinquendo con chi della delinquenza ha fatto sistema di potere e di governo. Un’amica mi manda questa parola di Gandhi: «La disobbedienza civile diviene un dovere sacro quando lo Stato diviene dispotico o, il che è la stessa cosa, corrotto. E un cittadino che scende a patti con un simile Stato è partecipe della sua corruzione e del suo dispotismo» (Ghandi).

Voi non potete più celebrare l’Eucaristia con buona e retta coscienza. Se lo fate commettete sacrilegio.

Paolo Farinella, prete – San Torpete, Genova
(lettera pubblicata da Il fatto quotidiano del 17 dicembre)