Ma chi non prova neppure a cercarlo vive come un babbuino. Con tutto il rispetto per i babbuini. Metto qui a vostra disposizione il testo dell’intervento a Bard, sul tema della ricerca del sé. Vedendo quel che accadeva intorno a me, le persone convenute per parlare o per ascoltare, alcuni lì per non mancare, altri per poter dire d’esserci stati, le toilette e le mise di signore un filino appariscenti, le auto blu, le scorte, i telefonini (vi era chi ne

usava tre, con l’aiuto di due assistenti), pensavo che l’argomento per il quale eravamo lì convenuti non pareva essere al centro delle preoccupazioni nostre. Questa la cornice. Entrando invece nel quadro la vista era certamente migliore, non solo è stato un raduno di competenze ad alto (… 😀 ) livello ma vi è stato da parte di tutti uno sforzo per fornire un contributo affinché la nostra realtà -nazionale soprattutto- contenga e proponga domande sulla vita, sulla morte, sul senso di “tutto questo”. Non come un episodio per pochi ma come standard di vita da offrire, proporre, anche dopo che le luci si sono spente sulla kermesse.