Trovato neonato in mezzo agli animali. La polizia arresta cinque adulti e una minorenne

L
’allarme è scattato nelle prime ore del mattino grazie alla segnalazione di un cittadino insospettito dall’inconsueto movimento attorno ad un casale abbandonato: probabile presenza di famiglie rom accampate nella stalla. Agenti di polizia, accompagnati da assistenti sociali, scoprono un neonato avvolto in uno scialle e deposto in una mangiatoia dalla madre, tale Maria H., extracomunitaria, dall’apparente età di diciassette anni.

Al tentativo degli agenti e degli operatori sociali di caricare la madre e il bambino sui mezzi delle forze dell’ordine, un uomo che dichiara di essere palestinese e di chiamarsi Giuseppe H., oppone resistenza spalleggiato da alcuni pastori e tre altri extracomunitari presenti sul luogo, tutti tratti in arresto perché sprovvisti di permesso di soggiorno.

Questura e Guardia di Finanza indagano per accertare il reale paese di provenienza dei clandestini. Secondo fonti di polizia potrebbero essere spacciatori in quanto trovati in possesso di ingente quantitativo di oro e sostanze presumibilmente illecite. Nel primo interrogatorio hanno riferito di agire in nome di Dio per cui non si escludono legami con Al Qaeda. Le sostanze rinvenute sono state inviate al laboratorio per analisi.
Un breve comunicato stampa dei servizi sociali si limita a rilevare che l’adulto di mezza età identificato come Giuseppe e che sostiene di lavorare in nero come falegname, nega di essere il vero padre del bambino mentre la madre è ancora adolescente. Gli operatori sono in contatto con le autorità israeliane per scoprire quale sia il rapporto tra i due e se la lontananza dal luogo di residenza dichiarata possa nascondere tratta delle bianche, plagio o un turpe traffico di minori. Maria H. è ricoverata all’ospedale per analisi cliniche e psichiatriche. Deve rispondere dell’accusa di maltrattamento di minore. Gli inquirenti nutrono dubbi sullo stato di salute mentale della ragazza che afferma di essere tuttora vergine e di aver partorito il figlio di Dio.
Il primario del reparto di igiene mentale, professor Maroni, ha dichiarato in conferenza stampa: “Se una persona mette a repentaglio – come nel caso in oggetto – la vita di un neonato, questa persona rappresenta un pericolo sociale. Il fatto che sul posto siano state rinvenute sostanze stupefacenti sconosciute al traffico italiano, non migliora il quadro. Sono certo che dopo adeguata terapia, le persone coinvolte potranno essere dimesse. Le autorità competenti decideranno i tempi dell’espulsione qualora non siano accusate di reati più gravi”.
Anche i contadini presenti nei pressi del casale vengono sospettati di essere consumatori abituali di sostanze stupefacenti. Il loro alibi non ha retto ai primi controlli. Sostengono infatti di essere accorsi al casale in quanto sollecitati da un individuo di alta statura che indossava una tunica bianca, suonava una tromba, agitava due ali, probabilmente di plastica, agganciate alla schiena e li invitava con parole ambigue a festeggiare il neonato. La sezione antidroga della questura è categorica: “Gli effetti di certe sostanze restano imprevedibili, ma la condizione di tossicodipendenza pare certa. Si cerca di capire a quale rete sovversiva siano affiliati gli organizzatori del covo”.

(Liberamente tratto dal vangelo di Matteo e da questo blog)
PS: buona epifania